Vorrei solo intervenire su quanto detto da tony.
Il contrabbasso classico o jazz è lo strumento più ingrato che ci sia. Puoi avere dei legnami eccezionali ma la potenza sonora che può esprimere è più o meno la stessa. Magari cambia il timbro, più pastoso o meno, cambia la reattività della corda e così via. Ma io sono uno di quelli, e chi mi conosce lo sa, che proporrei di amplificare il contrabbasso quando si esegue un Koussevitzky e grande orchestra, tanto per fare un esempio. Con qualsivoglia contrabbasso lo senti pochissimo per due motivi fondamentali di cui ho già parlato.
1) La capacità uditiva dell' uomo del XX secolo si è ridotta di più del 10 %, causa la rivoluzione industriale e i forti suoni di ogni tipo a cui giornalmente siamo abituati, ma che vanno a ledere l' orecchio interno che viene in un certo modo stressato. L' esigenza di passare a corde in acciaio è stata dovuta anche a questo fattore che molti hanno considerato solo come un' innovazione tecnologica. Non è così.
Gli auditorium si sono ingranditi, non sempre le acustiche sono eccellenti e così si è dovuti sopperire in qualche modo a questa carenza sonora. Meno per i fiati. Tanto è vero che il caso è andato a finire in commissione europea a Bruxelles in cui una direttiva dice che le orchestre devono avere il La accordato a 440 Hz. Immagina un pò.
Quando ho inciso per la Sony ci hanno fatto accordare a 445 per rendere il suono più brillante, tanto chi se ne accorge?
I chitarristi da tempo lamentano il problema della sonorità; forse stanno peggio di noi. E qualcuno anche nel classico inizia ad amplificarsi.
2) L' orecchio interno, come spesso ricordo, percepisce le frequenze basse in un punto più spesso e le decodifica con maggiore difficoltà. Mettendo a confronto un violino ed un contrabbasso che esprimono la stessa potenza sonora calcolata in decibel, l' ascoltatore percepirà con più facilità il timbro del violino, proprio per quanto detto sopra.
In conclusione. E' un bene lavorare nel senso di avere una tecnologia che ti permetta di riprodurre ad i più alti livelli di affidabilità suoni di strumenti che cinquecento anni fa andavano benissimo, tanto da suonare all' aperto magari con organici raddoppiati, ma usando sempre corde in budello. Purtroppo i tempi cambiano! Già ascoltare un cd di solo contrabbasso e pianoforte in cuffia o ad uno stereo decente non ti da quella ampiezza di modulazione che fa dello strumento la caratteristica forse più bella.
Caro Tony. Ti auguro di ascoltare la TheBassGang ad almeno trenta metri di distanza e capirai quanto bella sia la sonorità di quattro soli contrabbassi. Sonorità che purtroppo non è ancora riproducibile specie con il digitale che notoriamente appiattisce il suono.
Rabbath faceva i concerti negli stadio e si faceva amplificare. Cosa simile per Meyer ed altri che tutt' oggi incidono con il loro bel microfonino o sensore anche incollato sul ponticello.
Per fortuna esistono ancora i concerti dal vivo delle orchestre dove specie i bassi si apprezzano (da intenditori) per questa "onda che travolge tutto e tutti" ma in senso positivo.
Anche chi fa musica filologica, dal vivo fa un certo effetto ma quando acquisti il cd ne senti un altro.
Allora, secondo me, ben venga la tecnologia se è al servizio del musicista. Altrimenti preferisco prenotare in prima fila ma almeno il contrabbasso in Koussevitzky riesco a percepirlo
A presto
Vito