
Fine anno con il botto: estraggo l'arco dal tubo e scopro che ... è fiorito come un bengala lasciando a spingoloni un gran numero di crini recisi, e qui sta la sorpresa più grande, recisi al centro come se fosse passata una cesoia.
Telefonata allarmata al liutaio di fiducia e diagnosi senza appello: probabilmente è il tarlo del crine che ha pasteggiato durante le festività. Lo porto in laboratorio per una più attenta disamina e vengo messo alla porta come un untore: è proprio lui ... occorre bruciare i crini residui e provvedere alla "bonifica" del tubo per evitare la proliferazione. In laboratorio quell'arco non potrà stare.
Terapia d'urto:
- smontaggio immediato dei vecchi crini fuori dal laboratorio e piro-distruzione
- lavaggio energico del tubo e palline di naftalina per qualche giorno
- risciacquo del contenitore e prima di alloggiare l'arco con il nuovo crine buccia di limone da lasciare finchè non disidratata e sua periodica sostituzione ad libitum
- consigliato lasciare l'arco nuovo in ambiente ventilato e conservarlo in custodia o tubo o tasca esterna solo per il trasporto
Il fenomeno pare essere piuttosto diffuso negli ultimi anni, forse a causa anche delle mutate condizioni climatiche. Non ho trovato però nulla di specifico in letteratura: sono forse l'unica vittima del bacherozzo del crine ? Esperienze a riguardo ? Parole di conforto ? Grasse risate di ludibrio ?