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Very Hot Topic (More than 25 Replies) Del caso Grillo e del Petracchismo dirompente ... (Read 99672 times)
alberto bocini
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Del caso Grillo e del Petracchismo dirompente ...
17.01.2008 at 00:32:50
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Che il M° Ferdinando Grillo rappresenti nell’ambito della musica colta contemporanea un vero e proprio faro che ha illuminato nel corso degli ultimi decenni nuovi sentieri del fare  musica e del suonare il contrabbasso prima  di lui insospettabili e insospettati questa è cosa unanimemente riconosciuta dalla critica, dai musicisti e dagli intellettuali di mezzo mondo; il suo avventurarsi in esplorazioni estetico/filosofiche attraverso personalissime ricerche timbriche e tecniche sul contrabbasso ne hanno fatto un personaggio di indiscussa levatura internazionale. 

( …una curiosità: avevo 11 anni quando la scuola media che frequentavo ci portò al Teatro Metastasio di Prato ad assistere ad un concerto di musica contemporanea; fu quella la prima volta in vita mia che vidi un contrabbasso e lo vidi sdraiato su un tappeto rosso, le luci erano soffuse, particolari, l’atmosfera densa di attesa, quando finalmente entrò coreograficamente in scena l’interprete, il compositore, il contrabbassista, l’artista! Fu quella anche la prima volta che vidi il M° Grillo. Non avevo ovviamente gli strumenti per comprendere ciò che avevo davanti e che ascoltavo, ma nondimeno mi è rimasto in qualche modo “addosso”…)

L’intenzione di questo mio intervento non è comunque quella di tessere le lodi del M° Grillo, non ne ha bisogno;  ho voluto fare questo cappello semplicemente perché fosse chiara la stima che provo per l’autore, il ricercatore, lo strumentista. 

L’intenzione di questo mio intervento è sollecitare attenzione su quello che secondo me è un problema oggettivo del “caso” Grillo, sul quale mi sento in dovere di esprimermi, pensando a generazioni di ragazzini e adolescenti che decidano di affrontare, motivati e speranzosi, lo studio del contrabbasso e che rischiano di farsi un’idea dello strumento estremamente parziale,  sicuramente profonda e ricca di stimoli, ma estremamente parziale e nella stragrande maggioranza dei casi pragmaticamente poco utile a procurarsi “il pane”, una volta finito il percorso di studi.

Al  M° Grillo dovrebbe essere assegnata una cattedra di specializzazione sui linguaggi della musica contemporanea applicati allo strumento, o qualcosa del genere: ne avrebbe legittimamente tutti i diritti, ed accorrerebbero contrabbassisti da mezzo mondo per fare seminari e master class con lui. 
Così purtroppo non è.

Vive  sul suo pianeta (come lui stesso ha detto) dal quale ogni tanto si affaccia sul nostro, la visibilità evidentemente non deve essere ottimale, perché non si è accorto che sul nostro pianeta bisogna lavorare per vivere e che a scuola ci si va per tanti motivi ma fondamentalmente per imparare un mestiere e che per un contrabbassista “un mestiere” vuol dire sostanzialmente riuscire ad essere competitivo per vincere un’audizione in orchestra e avere così accesso (ed è sempre più difficile) ad un mondo privilegiato, ad un mestiere che ritengo fra i più belli del mondo, un mestiere che ti mette in contatto da una parte con i grandi capolavori della storia della musica e dall’altro con lo spirito di altri cento musicisti che suonano con te per costruire qualcosa insieme, qualcosa che sarà ogni volta unico, irripetibile, oltre ad avere quella sicurezza economica che ti permetta di impostare una vita decente, magari di comprarsi casa o metter su famiglia; e non ultimo un mestiere che lascia anche un bel po’ di tempo libero che puoi scegliere di dedicare ad altre tue passioni, dal coltivare l’orto o perché no … farsi dei seminari specifici e dedicarsi allo studio della musica contemporanea, e magari scoprire personali percorsi di ricerca e di espressione.

Parlare quindi di “Petracchismo dirompente e nocivo” come il M° Grillo ha fatto mi sembra sicuramente irrispettoso ma soprattutto preoccupantemente tendente a plagiare le coscienze di quei ragazzi che si avvicinano allo strumento e che giustamente frequentano questi forum specifici per imparare magari qualcosa ed  aiutare ad accrescere la loro consapevolezza sul contrabbasso e sul suo mondo, ma che ben poco sanno su cosa li aspetta e su chi sia Petracchi o Grillo. Di allievi del M° Petracchi sono piene le orchestre di tutto il mondo, dai Berliner all’orchestra del Lazio, gli allievi del M° Grillo dove stanno? (tranne ovviamente pochi fortunati casi, e penso chiaramente subito a Francioni).

Vogliamo parlare di espressione artistica pura? Vogliamo parlare di omologazione deleterea? Di ricerca personale? Di lasciare traccia di se nella storia della musica? 
O vogliamo parlare di lavoro, di possibilità di costruirsi una vita, della dignità e della soddisfazione di avere un ruolo nella realizzazione quotidiana di capolavori dei grandi della musica?

Due posizioni legittime, ma con una sostanziale differenza: 
la prima è appannaggio di pochi, perlomeno a livello di realizzazione professionale sufficientemente valida da poter offrire, oltre alle gratificazioni personali di natura artistica, anche quel necessario sostentamento economico;
la seconda è quella cui possono aver accesso non dico tutti, ma buona parte di quelli di buona volontà e che abbiamo la fortuna di essersi mossi per tempo; chiaramente con i vari livelli di talento, di fortuna, e di rispettive conseguenti destinazioni orchestrali.


......  segue .........
« Last Edit: 28.01.2008 at 17:00:23 by vitoliuzzi »  
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alberto bocini
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo
Reply #1 - 17.01.2008 at 00:33:38
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........ segue ......

Come vedete non ho finora menzionato l’attività di insegnamento fra le possibili fonti di sostentamento per il futuro contrabbassista: non a caso! 

Farò però una piccola premessa: l’insegnamento della musica (e parlo della musica in senso lato)  è di fatto una professione che difficilmente conoscerà crisi definitive, ma anzi sono ottimista riguardo a questo; credo infatti che ci sarà sempre più domanda in questo senso. Sto però parlando di insegnamento musicale di base, quello per intenderci destinato ai bambini e ai ragazzini. Saranno sempre di più le mamme che vorranno offrire al loro figlio (sempre più spesso l’unico) tutte le occasioni di questo mondo: arrivano perciò i corsi di tennis, quelli di basket, quelli judo, quelli di fumetto, quelli di musica; le agende dei nostri figli sembrano ormai quelle di un direttore d’azienda!

Altra cosa è l’insegnamento ai livelli più alti. Sono dell’idea che non puoi insegnare veramente bene qualcosa che non conosci veramente bene. Non si può insegnare la professione dell’orchestrale  se non si ha prima una diretta e ricca esperienza d’orchestra; non si può insegnare la professione del solista di contrabbasso se gli unici concerti che abbiamo fatto sono i saggi del conservatorio e quello in parrocchia piuttosto che quello al circolo arci. Non si possono insegnare i linguaggi della musica contemporanea se non si è fatta una seria ricerca e sperimentazione in quella direzione. Ne consegue che chi vuole insegnare ai livelli più alti deve per me prima lungamente passare dall’esperienza diretta di quello che va ad insegnare.

Sono mestieri diversi, ovviamente non incompatibili, uno non esclude necessariamente l’altro, ma più il livello si alza e più sono necessarie specializzazioni.

Se voglio imparare a costruire i violini non vado da un falegname, se ho una dermatite atopica non vado dal dentista …

Invito perciò a riflettere bene nella scelta degli insegnanti (e tengo a precisare che non vuole essere uno spot personale, gli allievi non mi sono mai mancati, anzi ..); interroghiamoci piuttosto su quali siano i nostri desideri e le nostre aspettative e poi cerchiamo qualcuno che abbia esperienza specifica nel settore, che sia onesto professionalmente ed intellettualmente  … e possibilmente che non sia troppo giovane! 

Se posso essere sembrato irrispettoso chiedo preventivamente scusa, non era mia intenzione; era da tempo che volevo sollevare la questione, perché ripenso a me quando sono entrato in conservatorio e a quanto poco conoscevo di quello che era questo mondo! E perciò a quante poche difese e strumenti avessi per accrescere la mia consapevolezza. Ho avuto la fortuna di avere un insegnante che pur odiando il contrabbasso era un musicista vero, modesto e aperto, se avessi trovato una figura carismatica, dall’identità estremamente definita  e concentrata su alcuni aspetti del suonare il contrabbasso probabilmente ne avrei subito il fascino e ne sarei sicuramente rimasto influenzato, se poi questa persona mi avesse parlato male di altre scuole, altri percorsi musicali, altre tendenze del suonare, avrebbe in qualche modo condizionato il mio pensiero e la mia crescita musicale, e probabilmente adesso sarei altro da quello che sono, chissà .. (qualcuno sicuramente penserà: magari meglio!) . Mi sono perciò deciso ad intervenire quando il M° Grillo ha parlato di Petracchismo deletereo, forse non rendendosi conto (o forse si!) dell’effetto che queste parole potrebbero avere nella formazione della coscienza dei giovani contrabbassisti che si trovino a leggerlo. Non quindi una difesa di Petracchi, ci mancherebbe che un musicista del suo spessore potesse essere messo in discussione dopo una vita costellata di successi sia da orchestrale che da solista che da insegnante, ma una difesa della genuinità di formazione/informazione  nei confronti delle nuove generazioni.

Cordialmente, alberto bocini
  
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo
Reply #2 - 17.01.2008 at 10:15:50
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Caro Maestro, ha messo il dito sul ...lato oscuro delle arti, in generale, non solo nella musica! Anni fà mi fecero più o meno il suo stesso discorso, riferito agli insegnanti dell'accademia di pittura, perchè gli allievi di alcuni maestri lavoravano ed altri no, oppure perchè gli allievi di alcuni insegnati, vincevano cattedre ed altri no? Raccomandazioni, gusto del pubblico Bo? (non le sono molto di aiuto purtroppo), Di posti nelle orchestre ce ne sono pochi, di occasioni per crearne nuovi ancora meno (cfr. La Divina Commedia). Da come mi ha descritto il M° Grillo, sembra proprio un Artista!! E quelli che si affacciano ogni tanto sul nostro mondo, sono quelli che suonano perchè sentono un fuoco dentro ... e se non suonassero, secondo me potrebbero anche morire, e non lo fanno mai per soldi, ma per un bisogno personale più forte di loro. Poi ci sono quelli che lo fanno solo per divertirsi, secondo me sono quelli che traggono maggiori benefici dalla musica, ed infine ma non meno importanti e da rispettare, quelli che lo fanno per lavoro, che purtroppo però se vogliono campare non possono andare fuori pista (per usare un paragone sciistico, siamo in stagione).
Ciao
Giannantonio
  
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alberto bocini
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo
Reply #3 - 17.01.2008 at 11:19:15
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.. rileggendo il mio intervento ho trovato alcuni errori grammaticali e me ne scuso .. l'ora era tarda.

"deletereo" leggasi "deleterio"

"sé" si scrive con l'accento

ce ne saranno probabilmente anche altri ... ma in fondo siamo solo dei contrabbassisti ..

saluti, alberto
  
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo
Reply #4 - 17.01.2008 at 11:21:53
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pure capelloni per giunta
ma anche io darò il mio infallibile contributo a questa discussione
ora però devo cambiare l'acqua al leviatano a dopo quindi
  
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boogieman
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo
Reply #5 - 17.01.2008 at 12:44:25
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"O Popolo bruto su snuda il banano non senti che giunge l'amato sovrano?"
ecco questo preambolo per affrontare un discorso serio con sorriso e un pizzico di goliardìa, tanto dimenticata ultimamente.
Dunque la spinosa questione dell'arte in musica applicata a uno strumento che nell'arte entra poco ovvero
"Del suonare il contrabbasso!"
rullo di tamburi e mr. boogieman comincia.
il ruolo di insegnante, specie in conservatorio, ambiente spesso accademico che potremmo chiamare quasi un'agorà per come sta messa la musica in italia - mi spiego, l'atteggiamento tipico del conservatorista medio è "io so io e voi non siete niente", tanto distante dalla poi ineluttabile realtà lavorativa; dicevo il ruolo dell'insegnante di conservatorio dovrebbe essere quello di colui che trasmette bello e mestiere insieme, preparando l'allievo al dopo e alle inevitabili mazzate che si prende più o meno tutti suvvia.
Quindi una commistione di tecnica, esperienza, gusto e chi più ne ha ne metta; il M°Bocini non ha infatti torto quando dice che il M° Grillo - e basta co sto grillo parlante che Collodi se sta a girà nella tomba - è un persona altamente specializzata e quindi da Masterclass, secondo me, come ho già detto, una persona che con la propria testa e la musica ha raggiunto risultati non comuni e soprattutto non di moda. Da studente di consumatorio (perché l'atmosfera di Santa Cecilia non è esattamente la fabbrica di Willy Wonka) posso dire di aver incontrato più di un allievo del M° Grillo, sia in orchestra che in corridoio, spesso gli stessi commenti ma spesso la stessa sensazione, la mia impressione è che gli alunni si sentissero abbandonati e chi fa o ha fatto il conservatorio può capire in quanto ogni tanto prendono belle madonne per i più svariati motivi.
Quindi sono andato a vedere una lezione del M° e subito dopo mi è capitato di vedere un concerto del sopracitato maestro(aò scusate non ne posso più di scrive maestro me pare de sta a scola) insomma ho visto un concerto di Grillo e rispetto alla maggior parte dei concerti per contrabbasso (con pf) visti fino a quel momento in cui il solista per quanto bravo sembrava dire "oddio l'armonico oddio l'armonico" ho provato una sensazione diversa, e ho capito (già sospettavo) le varie forme e abilità di un musicista.
Inutile fare il Linneo della musica e classificare tutto, è dato di fatto che gli allievi di Petracchi (che non ho mai conosciuto ma ha una faccia simpatica, sembra sempre pronto a fare il salto della staccionata dell'olio cuore) sono tanti e ovunque con abilità tecnica riconosciuta - e quindi giù orchestre etc etc... è altro dato di fatto che Grillo abbia un respiro musicale diverso come diverse collaborazioni ed esperienze e un minor numero di allievi, (tra cui mi pare Scodanibbio che tra l'altro suona l'11 febbraio a Roma).
Quindi in sostanza posso dire che a volte me pare l'asilo, l'arte è varia e i risultati variano con essa, non avrei mai viso Petracchi a fianco a Carmelo Bene, questo dovrebbe essere sompicemente accettato.
Diverse abilità, diverse competenze, sull'insegnamento mi trovo daccordo con il buon Bocini ma forse lo sforzo da fare dovrebbe essere comune, visto che basta accendere la televisione e l'orchestra la vedi solo o dal papa o de notte o al telegiornale, ergo parliamo di aria fritta anziché prodigare gli sforzi per non far sembrare la musica classica roba da vecchi (certo è che se io fossi un adolescente e vedessi orchestre solo a san remo o dal papa senza mai sentirle dal vivo, cosa fondamentale, quali input potrebbero mai arrivare? con gente tipo maria de filippi sempre dietro l'angolo?)
e qui si arriva pura al discorso del quartetto di contrabbassi e del lavoro in generale, il quartetto è ormai una realtà di una qualità che pochi hanno (se mo mi risponde pighi rimettendo i trecento generi che ha suonato nella vita l'aspetto sotto casa) in più è un quartetto italiano quindi se ride e RIDERE FA BENE!!! non vedo quindi perché non dovrebbe essere visto come un'altra bella sfaccettatura dell'arte di suonare il contrabbasso. chissà potrebbero arrivare anche ad altre conclusioni, chessò accordature diverse tra loro, i quartetti a corde della musica del nordamerica (tipo quartetti di banjo etc...) hanno accordature diverse per fare cose diverse, è interessante guardare le cose anche da questo punto di vista considerano anche il fatto che reinventando questo quartetto i quattro bamboccioni sono alla terza tournè internazionale e a loro e a questo penso tanto quando vado a suonare nel club di scambisti (sta cosa è vera, il lavoro mi da grandi soddisfazioni)
quindi dopo quasi 5000 caratteri posso dire solo
"meno preti più prati e fate l'amore non la guerra che quella arriva da sola"
vostro amato
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M°Boogieman


  
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vitoliuzzi
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo
Reply #6 - 17.01.2008 at 13:32:09
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Ho paura di leggere! Troppa grazia Saint Antonie!
Spero che il discorso non sia troppo serio, anche se di tanto in tanto male non fa#!

Benvenuto ad Alberto Bocini che si preoccupa degli errori grammaticali.

Alberto: meno male che almeno sotto questo profilo, almeno sotto questo, sei fallibile, altrimenti ti consideravo realmente un VISITOR.

Contrabbassisti si, ma non stupidi od incolti ...eh!!!

Adessiamo vediamo che diamine avete scritto.

Un abbraccio 

Vito

p.s.: un saluto agli altri pilastri della Gang 

p.p.s.: OT Non sapete cosa vi state perdendo, peggio per voi
  
vito liuzzi
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo
Reply #7 - 17.01.2008 at 16:28:29
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Boogie, potremmo fare un trio con Alessandro, ci potremmo chiamare i bass...tonati! Wink
oppure uno più lungo, il trio di via machiavelli, una traversa dell'orchestra di Piazza Vittorio. Grin
Ciao
Giann
  
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boogieman
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo
Reply #8 - 17.01.2008 at 22:58:37
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si, il trio cescaja
  
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Mauro_Gargano
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo
Reply #9 - 18.01.2008 at 10:13:25
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Un saluto a tutti,
perdonatemi forse sono un ingenuo ma non ho realmente capito il nocciolo della questione... Huh
La cosa che fa gridare allo scandalo il Maestro Alberto Bocini é l'affermazione "Petracchismo dilagante" ?(pronunziata dal Maestro Grillo non si sa in quale circostanza..).
Oppure il il fatto, letto fra le righe(?!), che il Maestro Grillo non sia adatto al ruolo di "insegnante di contrabbasso classico", ma dovrebbe insegnare solamente "pratica ed esecuzione nel contrabbasso conteporaneo"??
Scusatemi le mie parole sono un po "crude" e "nude" se vogliamo ma ho un'esigenza di capire andando all'essenza dopo cotanto eloquio...
Personalmente...
Da quella che é la mia limitatissima esperienza:
ho l'impressione che la musica contemporanea in Italia sia assolutamente tralasciata se non alle volte dimenticata, se non proprio alle volte disprezzata...
E che ancora oggi é molto difficile in ambito accademico "uscire dai sentieri battuti" sia in quello che riguarda il dualismo pedagogico
"Maestro"(il + delle volte deus ex-machina padre-padrone)- Allievo, sia nel ruolo professionale "altro" del "Diploma-Orchestra=posto sicuro".
In effetti forse non ho capito niente, ma forse in quello che dico c'é uno spunto di riflessione o un punto di partenza per un dibattito sull'argomento.
Un saluto a tutti

ps: chiedo venia per gli strafalcioni grammaticali o quant'altro, la mia assenza sul suolo italico si fa sentire... Cry



  
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vitoliuzzi
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo: BOCINI
Reply #10 - 18.01.2008 at 12:05:43
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Mauro,
vai nel Topic in alto bloccato sul DVD del The bass Gang.
Aspetta:

http://www.musicherie.com/cgi-bin/forum/YaBB.cgi?num=1196504879 ;

Da qui cominciano le "sassate", in una conversazione pulita, elegante, culturalmente dotta ma, at the end, estremamente pungente.
Spero che ci siamo!

Un saluto

  
vito liuzzi
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo: BOCINI
Reply #11 - 18.01.2008 at 14:56:11
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...speriamo bene
  

penzamm a salut!!!!
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randoservice
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo: BOCINI
Reply #12 - 18.01.2008 at 17:08:33
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Certe Volte scrivo senza rendermi conto con chi stò parlando! Comunque la mia risposta iniziale è stata dettata solo dal mio istinto e da ciò che personalmente penso, non avevo neanche letto il post di Vito. Caspita che forum!! che personaggi!!! mii Anche la bass gang !! Complimenti ragazzi siete fortissimi!! Il maestro Grillo dovrebbe essere contento che esistano queste belle realtà! Non è da tutti intrattenere per diverse ore un pubblico con solo 4 contrabbassi! Io non mi stanco mai di guardare i loro video. Invece di dividerci, si dovrebbe essere tutti uniti e se c'è da in..... zzarsi c'è da farlo per quelle schifezze tipo .... e non voglio essere logorroico ricominciando con i musical Italiani
Peace
Giannantonio
  
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Mauro_Gargano
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo: BOCINI
Reply #13 - 18.01.2008 at 19:56:27
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Ciao a tutti,
devo ammettere di essermi divertito enormemente a leggere questo che ai miei occhi sembra più uno scambio di vedute molto educatamente rivolte, che una "diatriba"...
Mi sono divertito moltissimo a leggere la missiva del M° Grillo, scritta in un italiano di cui alle volte ricordo le migliori sfumature.
I "francesismi" e  l'ironia, malgré moi, hanno sempre sempre avuto un certo effetto..
E la risposta del M° Pighi é giunta in tono apprezzabilissimo e altrettanto ricca di piacevole eloquio ed ironia.
Parlando francamente:
Lungi da me il tono della polemica..
Devo spezzare una lancia in favore del "Grillon de chez nous"..
ho l'impressione che il M° Grillo non abbia in nessun modo criticato, il mestiere, la virtuosità, il talento, dei "quatre mousquetaires".
E su questo penso che abbia insistito lungo tutta la prima lettera.
Io penso che il M° si riferisse più che altro alla scelta del repertorio credo..
Alla proposta musicale in sé.
Che personalmente anche a me non  fa ruggire di entusiasmo artistico..
Ne tantomeno mi provoca quel brivido (che tutti noi conosciamo..) lungo la schiena..
É però innegabile che cotanta "assoluta consonanza" della BassGang sia opera e creazione di 4 fra i migliori contrabbassisti di casa nostra in assoluto.
E il carattere di "divertissement" e di spontaneità nell'esecuzione sono assolutamente sinceri e privi di secondi fini.
Ahimé vedo anche io troppe manifestazioni di "malafede" musicale in giro..
Ma, "a ma guise", la BassGang non rientra assolutamente in questo tipo di "demarche".
Naturalmente non conosco il DVD in questione, mi baso sulla musica ascoltata e vista su internet il + delle volte registrata dal vivo.
Poi il termine "Petracchismo dilagante nocivo" può essere il segno di un'epoca, per certi versi positiva-negativa, al tramonto.
E poi che volete fà...o fa#
Alla fine poi il mio é il parere di un "jazzista"...
Sapete bene, a noi jazzisti piace la "consonanza-dissonanza", e ci teniamo spesso in agguato dove ci sono dei "tiraillements armoniques"....
Il gusto poi va di conseguenza nel mezzo...
Wink
Un saluto cordiale a tutti , in particolar modo al M°Grillo, M°Pighi, M°Bocini, Mr Boogieman, e all'immancabile amico Vito Liuzzi.

Mauro
  
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Fernando Grillo
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo: BOCINI
Reply #14 - 18.01.2008 at 20:02:52
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Anno di Nostro Signore 2008. 18 gennaio, ore 21.00. Fine del crepuscolo.

Sembrerebbe che non ci sia altro da aggiungere, ma: 
“Cammina, svolta l’angolo e la prima persona che incontri … Ecco il tuo Maestro!”

Accogliere questo viatico comporta purezza di cuore e presuppone quella condizione etica dello studioso, anche del contrabbasso, a cui mi riferivo altrove e che volentieri vengo a trattare in questa circostanza.

Il rispetto, infatti, che lo studioso/allievo/discepolo deve al sig. Pinco Pallino è la condizione indispensabile per avanzare nella conoscenza di sé, riscoprendo, sempre e nuovamente, il proprio talento, la propria vocazione durante lo studio e la ricerca. 

Le professionalità, quindi, sono indiscutibili, pur nel variegato modo di manifestarsi di ognuna.

Rimane, per l’appunto, ad una prima disamina, “curioso” (ma dopo sarò più preciso e circostanziato), il fatto che un allievo, dopo aver conseguito il diploma (ancor peggio e spregevole durante i suoi studi istituzionali!), in un Conservatorio di Musica di Stato con un docente che ha dedicato anni di sollecita attenzione, con cura e dovizia, alla sua formazione e crescita, ebbene, si rivolge “altrove” per avere “risposte”, a domande che nella sua insipienza non è stato mai in grado di porre al proprio docente, designato con l’autorevolezza del suo ruolo ad assolvere l’alta funzione di trasmettere conoscenza, anche, ancor più, se sollecitato dai propri allievi. La potenzialità di conoscenza di un maestro, infatti, è inesauribile: insegnando egli apprende.

Il nostro compito è quello (gravoso, ahimè, e purtroppo il caro Boogieman non può essermi d’aiuto in questa circostanza in quanto devo compierlo in perfetta solitudine), di porre rimedio e ristabilire il rispetto che si deve ad un docente e ad un allievo. Al lavoro! …

… Un “lupo” si aggira (aggiravasi?) intorno ai conservatori italiani e d’oltralpe per carpire la buona fede dei nostri “cappuccetti rossi”, i nostri allievi prediletti, diplomati o diplomandi:

http://www.francopetracchi.com/didattica/listaallievi_eng.asp

La stesura di questo mitomaniacale elenco presuppone il premeditato azzeramento d’ogni esperienza passata e a venire di quei malcapitati allievi. Malcapitati per loro ignavia. Questi allievi, veri tagliatori di teste, appena varcato il Sacro Soglio Seminariale, si appropriano del macabro trofeo per apporlo, con orgoglio, al di sopra (o al di sotto, come più allegramente loro aggrada) del proprio leggio. Indubbiamente, nella virtualità del libero scambio, del dare e dell’avere, non è uno spettacolo edificante a vedersi. 

Il foglio-sudario, su sfondo ebano, sovrastato da un senso di latente apoteosi, nel suo lento e pigro svolgersi attraverso la barra di scorrimento, produce un impatto raccapricciante e soltanto l’auspicabile aggiunta dei dati anagrafici (di nascita etc.) da completare tra una cinquantina d’anni potrà dare una certa serenità al luogo. Non si capisce se attribuire la stesura del testo al trucco scespiriano dell’apparire/non apparire, o ad un grano di follia, alla vanagloria, o al polifemo~ismo antropofagico (novità: da sottoporre all’attenzione del Trattato del barone Richard von Kraft-Ebing).

L’apparente brutalità di queste osservazioni è nulla in rispetto alla necessità di riscattare tutti quei numerosi docenti (di materie principali, complementari e quant’altro il dispositivo del Conservatorio di Stato dispone per un proficuo e professionale apprendistato) che, pur avendo dedicato “anima e corpo”, [si legge letteralmente], si ritrovano a “sparire” inspiegabilmente e a vantaggio di un sig. DoremifasolasidO!

Ma c’è di peggio, ebbene sì, (ah! … l’orgoglio italico) e guardo malinconicamente a quei mentecatti d’oltralpe, vecchi bacucchi, che girano il pianeta illuminando il buio finale della loro esistenza con la piccola lanterna di conoscenza contrabbassistica! Compiendo ugualmente un’opera devastatrice sul piano, sempre, della perdita d’identità degli allievi.

Il ritardo della qualità dell’apprendistato per il nostro strumento risiede, oltre che alla sopradetta insipienza, anche in questa liquidazione da IperSuperMercato. L’accuratezza di un insegnamento, infatti, si dimostra e si afferma, in numerosi anni di studio e di condivisione d’esperienze, umane e metodologiche e in definitiva, filosofiche (ah! … il nostro rimpianto Maestro Liuzzi. Fortunati i suoi discepoli!). Nessun allievo può, onestamente, negare che l’impronta del proprio maestro è indelebile, sia sul piano etico che di riconoscimento del proprio valore. Ovviamente questa prodigiosa opera di risveglio della personalità non può compiersi nella brevità di tempo che inevitabilmente è destinato al cosiddetto “Seminario”, né un docente di siffatti corsi è così stupido da affermare il contrario. L’inadeguatezza circostanziata che si viene a creare durante tali incontri fugaci, è la riprova che prevarrà sempre ed inevitabilmente il vero ed unico apprendistato: quello istituzionale di provenienza, e ritorniamo al nostro Pallino Pinco. 

La mia proposta-invito - pacifica e condivisibile - è semplice: i nominati in quell’elenco dichiarino, con uno scatto d’orgoglio, il nome dei loro maestri, illustri colleghi dei Conservatori di Musica di Stato, non sottovalutando la sincera e profonda sofferenza che ogni docente ha dovuto provare e subire nel sentirsi defraudato della riconoscenza e dell’affetto di un proprio allievo. Tra questi anche Fernando Grillo. 

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Fernando Grillo
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo: BOCINI
Reply #15 - 18.01.2008 at 20:04:53
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Un altro racconto a delizia del Senior Member Boogieman. Da fanciullo il M° Grillo frequentò il prestigioso Collegio-Seminario (quello sì) “La Salle” di Benevento, nel cui immenso edificio al terzo piano praticavano gli “esterni” (cosiddetti, sebbene risiedessero e pernottassero ivi), mentre il secondo piano era destinato agli “interni” che poi sarebbero divenuti sacerdoti. Quesito: a quale piano era stato assegnato il Grillo?

La piacevolezza d’intrattenersi in questo Forum risiede nel fatto che il luogo, ameno, consente il confronto tra diverse esperienze. I più svariati argomenti affollano il Foro, dalla pulizia del crine, attraversando la scelta delle corde e via-via percorrendo l’armatura mirabile di un prodotto dell’ingegno umano che ha inteso definire con “anima” il principio costruttivo per il risveglio della natura del suono. Inaspettatamente diviene anche ambiente-seminario per eccellenza, gratuito, mentre i miei seminari sono molto onerosi e durano diversi anni, ma una ragione sottende a questa semplice considerazione: ed è che noi, tutti, apparteniamo alla grande scuola del contrabbasso italico, che non è appannaggio di pochi, e, nella circostanza, di uno: DosilasofamiredO!, ma di tutti. Grazie Maestro Vito! Ancor più mentre altrove, ma non distante, avviene che un docente universitario e di matematica, imbecille, in quanto non pratica, come noi, il monocordo, pur avendo affermato che attraverso la Natura e la Matematica sembrerebbe, (il “sembra” vale per lui!) si possa affermare l’esistenza di Dio, scaccia, nel contempo, Pietro dall’insipiente Università della Sapienza di Roma (un po’ d’attualità non nuoce in questo consesso). Il comunismo ateo-blasfemo-irriverente che ancora ammorba il nostro vivere quotidiano, è tollerabile solo attraverso la condi-visione imperscrutabile della divina misericordia. Coraggio, cerchiamo d’essere razionali e fedeli.

Il Maestro Bocini, nelle sue sincere e amabili espressioni nei miei confronti, vuole ricordare un’ipotetica ”iniziazione” al Teatro Metastasio di Prato, demiurgo Ferdinando Grillo, ma per me rimane, cosa più ragguardevole, conoscere da lui chi è stato il suo Maestro (nome e cognome) affinchè io possa rivolgergli i miei più vivi complimenti per l’ampia formazione musicale ed umanistica con la quale, con tutta evidenza, si è prodigato nei suoi confronti. Una cosa mi lega all’illustre musicista Bocini, naturalmente com’è mia consuetudine trattasi di un particolare: al Concorso Bucchi, dopo che il candidato Bocini ebbe eseguito lo “Hommage à J. S. Bach” di Julien-François Zbinden, mi avvicinai a lui, con discrezione e competenza, facendogli notare che mal aveva inteso un segno, apparentemente di “glissato”, e quindi ugualmente da lui eseguito come glissato assecondando il proprio errore, mentre il segno indicava semplicemente il cambio di lettura in altro pentagramma! Lo stupore che egli dimostrò a quella rivelazione, mi confermò la grand’onestà intellettuale del nostro Bocini. Altro tratto, d’indissolubile e reciproca amicizia in arte, conquistato sul campo. Naturalmente, nella commissione, nessun altro si era avveduto di quell’errore …

“Al  M° Grillo dovrebbe essere assegnata una cattedra di specializzazione sui linguaggi della musica contemporanea applicati allo strumento, o qualcosa del genere: ne avrebbe legittimamente tutti i diritti, ed accorrerebbero contrabbassisti da mezzo mondo per fare seminari e master class con lui.   
Così purtroppo non è.” 
Grazie a Dio! Poi mezzo mondo è poca cosa per me. Nota: lo scrivente non ha mai insegnato musica comtemporanea nel Conservatorio, dunque …? L’assoluta unicità del mio approfondimento musicale del nostro repertorio, la cura estrema d’ogni particolare esecutivo/interpretativo avvicina ed allontana, ineluttabilmente, i miei allievi dall’alto compito conoscitivo, ma per me tutto ciò è irrinunciabile, niente compromessi in arte. Barocco è Grillo e barocca la sua ricerca. Quel periodo erroneamente considerato “storicamente” ha costituito e costituisce a tutto oggi la più avanzata prospettiva per la visitazione dei fenomeni acustici. Calare quei procedimenti in una visione “altra” del suono, non significa essere contemporanei. Mi duole dover rinunciare a questa gratificazione, ma essa non mi appartiene.

Nel riguardo del consustanziale amore che nutro per l’umana sofferenza, di una cosa mi rimprovero: di non essere riuscito, non ancora, a nutrirmi delle “crosticine” dei lebbrosi, come mirabilmente faceva la mistica Beata Angela da Foligno. Può il maestro Bocini immaginare  quanto mi sta al cuore, per traslato, la condizione di tanti valenti e studiosi musicisti? Non è certamente zittendo il collodiano grillo che la situazione può migliorare, anzi …

Il buon Bocini non conosce i miei allievi. Qual è il problema? Non sarò certo io a rivelargli i nomi (differenza non da poco) anche perché la trascrizione dei loro nomi si discosta enormemente dall’idioma fiorentino, rendendosi essi, altresì, incomprensibili all’orecchio umano.

“All’estero celebri contrabbassisti furono, nel secolo XIX, il tedesco W. Hause e gli austriaco-boemi Johann Abert e Gustav Laska.
Successivamente si sono segnalati il francese Eduard Nanny, gli americani Serge Koussevitsky e Gary Karr, e in tempi più recenti l’austriaco Ludwig Streicher.
In Italia, Franco Petracchi e Fernando Grillo. 
Nell’ambito del jazz si ricordano, inoltre, Charles Mingus e Oscar Pettiford.” 
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Fernando Grillo
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo: BOCINI
Reply #16 - 18.01.2008 at 20:06:26
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UTET – Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti
Il dizionario UTET cita ed accosta entrambi, purtroppo per me non in ordine alfabetico! Non so se il disagio sia più mio che suo o, meglio ancora mi piace pensare, di nessuno dei due. Suono un suo strumento di cui lui è ex-proprietario, avendolo da lui acquistato, non completamente pagato come da lui sostenuto (ah! … i napoletani!), accompagnato dall’etichetta vocale: “Non te lo avessi mai dato!”, (naturalmente non in regalo). Un’ingenuità del nostro simpaticone poichè io non suono con lo strumento … (bel paradosso tutto da meditare). Ultimamente ho trascorso con il “vostro” un piacevolissimo soggiorno a Wroclaw, durante il “World Bass Festival”, anche questa volta affiancati, unici italiani, vicini di stanza. Naturalmente io ho parlato della mia “Suite I” che solo mi sta in cuore. Lui mi faceva notare che la mia insistenza nell’indicare, con dovizia aggiungo, il numero (1°, 2°, 3° etc.) dei suoni armonici impiegati nell’opera era inutile poiché tutti i contrabbassisti n’erano a conoscenza, mentre io ribattevo, allegramente, che questo non era vero e che lo scopo non era solo quello di colmare una lacuna ma di accompagnare con un segno inequivocabile il parametro del timbro del suono. Questo episodio conferma la nostra assoluta e concorde condivisione sulla necessità d’approfondire questo ed altri argomenti, forse in altra sede? Vedremo. Naturalmente io ritengo che la “Suite I” sia l’unica opera del nostro repertorio che consente di affrontare simili argomenti, perfettamente “calati” nella manifestazione del suono.

Ora i tempi sono mutati: i trienni, i bienni, fanno ritornare all’ovile tanti allievi. Altri e nuovi requisiti si richiedono nei “curricula”. Sparirà da loro l’elenco, talvolta impressionante, di numerosi maestri che hanno badato a formare il modesto neofito che si avventura nella professione con cotante stampelle. Forse un giorno li vedremo uscire solamente fieri di appartenere e di provenire da una grande istituzione quale il Conservatorio di Musica di Stato è. Quello italiano. “ - a prescindere! - ”

Diversi P. S. 
Un omaggio per gli studiosi: 
http://www.fernandogrillo.net ;
Link • The Fernando Grillo School: “L’accordatura del contrabbasso” 
Clik on: Da / From: Fernando Grillo - Trattato per contrabbasso (1990 - work in progress)

Nel link • • Biography sempre di http://www.fernandogrillo.net avrei voluto aggiungere al di sotto di: “Fernando Grillo, nella “Chiesa di Santa Maria Maggiore” (secolo XIII) Lanciano”
Arianna! … dov’è il filo?
Egregio Boogieman, che ne pensa?

Ancora “à propos” degli scambisti, non intravede una certa relazione, ovviamente di uno scambismo unilaterale, con quanto da me sopra descritto, Lei che è un anticipatore del mio pensiero?

Ho avuto una visione?!
“Salve e scusate se mi intrometto, vorrei sapere se e dove frequentare una master class. 
Grazie Claudio.
Buon 2008”

Ora, nell’attesa della prossima “mossa”:
“Scacchisti Contrabbassisti, udite! Un’immortal tenzone
in brevi tratti il verso mio dipinge:
inoltra il re dei Bianchi il suo Pedone,
quel del Re nero contro a lui si stringe.

L’assalta un Cavalier, ma gli si oppone
quel della Donna e i colpi suoi respinge.
Alla quarta d’Alfier l’Alfier si pone,
la Donna il suo Pedon d’un passo spinge.

L’altro Cavallo accorre: al primo è sopra
l’Alfiere e il preme. Egli il Pedone uccide,
benché al nemico acciar la Donna scopra.

Ed essa muor, ma non indarno. In fallo
cadde il Duce dei Neri: ei non previde
scacco d’Alfiere e matto di Cavallo”.

Sonetto del Conte de Cambray-Digny.

1. e4, e5; 2. Cf3, Cc6; 3. Ac4, d6; 4. Cc3, Ag4; 5. Cxe5, Axd1???; 6. Axf7+, Re7; Cd5 ✞.

Commento: “Non sempre la caduta del punto f7 coincide con il matto immediato; più spesso il crollo del punto suddetto obbliga il Re ad un esodo più o meno avventuroso. Vi sono diversi esempi in cui il Re, per così dire, è sbalzato dal trono e trascinato sulla ghigliottina”. Giorgio Porreca



  
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Silvia_Bottesini
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo: BOCINI
Reply #17 - 18.01.2008 at 22:23:29
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Silvia, Mattei: Storia del contrabbasso Vol. II (anno 2022), pp 20-340.

[... ] A cavallo tra il 2007 e il 2008 scoppia in Italia, sul forum di Musicherie, la prima Querelle contrabbassistica tra Grillisti e Petracchisti.

Ok!
Procedete Maestri, avanti, che resuscitino pure quelli defunti e parlino gli spiriti (meglio se nominati...)!
............che io prendo appunti!
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alberto bocini
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo: BOCINI
Reply #18 - 19.01.2008 at 03:12:31
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Alcuni commenti su quanto scritto:


“… in un Conservatorio di Musica di Stato con un docente che ha dedicato anni di sollecita attenzione, con cura e dovizia” 

la cura e la dovizia degli insegnanti di Conservatorio sono nella gran parte dei casi  tutte da verificare, ovviamente ci sono tantissime eccezioni (conosco dall’interno la materia, avendo insegnato per 7 anni nei conservatori, di cui tre di ruolo in quello di Milano)

“… si rivolge “altrove” per avere “risposte”, a domande che nella sua insipienza non è stato mai in grado di porre al proprio docente”

Ci sono ovviamente molti validi insegnanti di contrabbasso nei conservatori italiani, ma ce ne sono tantissimi altri che semplicemente non lo sono. Cosa dovrebbe fare il malcapitato studente una volta resosi conto che da altre parti si respira aria migliore? Continuare ad intossicarsi? Oppure in nome di una patologica fedeltà al proprio maestro (che, si badi bene, spesso è diventato il “proprio maestro” per un caso puramente logistico e non scelto in seguito ad innamoramento) castrare le proprie ambizioni strumentistiche e musicali? 

La scelta di un maestro è cosa molto delicata e dalle mille implicazioni: umane, artistiche, musicali,etc etc. 

Chiedo:
può un ragazzo di 12/15 anni  avere gli strumenti necessari ad operare una scelta meditata e consapevole?
La mia risposta è “no, non può” (a meno che i genitori, magari musicisti, scelgano per lui..)

Il suddetto ragazzo si iscriverà nel Conservatorio della sua città o alla Scuola di musica più vicina, e prenderà quel che trova, naturalmente aspettando di trovarsi di fronte alla massima qualità possibile, proprio perché il Conservatorio è la massima istituzione italiana dove si insegna musica. Spesso non è così, ma passeranno forse anni prima che il ragazzo si renda conto se ha avuto fortuna o meno, spesso proprio dopo il diploma, cominciando ad entrare in contatto con diverse realtà, diverse scuole, spesso proprio a quei Seminari tanto denigrati, che rappresentano dei veri e propri “momenti della verità” per il ragazzo (sarà inoltre più adulto e avrà più possibilità di spostarsi per andare a cercarsi un insegnante a lui gradito. Ben vengano quindi le Master e i Seminari che ti mettano in contatto con realtà di respiro internazionale, che ti propongano possibili e diverse soluzioni  ai tuoi problemi tecnici e musicali, che ti portino l’esperienze di realtà importanti, e penso ai Petracchi, agli Stoll, ai Levinson, ai grandi musicisti, ai grandi artigiani, agli animali da palcoscenico o ai primi contrabbassi delle migliori orchestre del mondo

(a onor del vero c’è da dire che stiamo assistendo ad una eccessiva fioritura del fenomeno di seminari e master class, l’offerta è enorme e non sempre di qualità. Altra cosa che mi preme sottolineare è che ci sono studenti che peregrinano per anni ed anni  da una master all’altra nella speranza che qualcuno faccia il miracolo di soffiare del talento nelle loro mani e nelle loro anime … che dire..) 


“  ..mentre io ribattevo, allegramente, che questo non era vero e che lo scopo non era solo quello di colmare una lacuna ma di accompagnare con un segno inequivocabile il parametro del timbro del suono” (vedi testo completo .. si parla della numerazione degli armonici).

Trovo che questo  meticoloso istruire l’interprete codificando l’azione volta a riprodurre ogni più piccolo parametro sonoro sia da una parte soffocante nei confronti dell’interprete stesso e dall’altra puro esercizio intellettuale/masturbatorio, dal momento che comunque, anche con la più accurata attenzione alla risoluzione delle indicazioni il risultato non potrà essere esattamente lo stesso pensato,voluto e ascoltato dal compositore/strumentista: l’esecutore dovrebbe infatti usare lo strumento sul quale il brano è stato scritto, perché sappiamo bene quanto diversi timbricamente possano essere i nostri strumenti uno dall’altro e quanto anche possano cambiare i rapporti timbrici fra le stesse corde in strumenti diversi (l’uso di un certo armonico su una certa corda perché più scuro potrebbe ottenere l’effetto opposto su un contrabbasso con caratteristiche diverse). Ma anche utopicamente usando lo stesso strumento sul quale il brano è stato composto c’è comunque la variabile costituita dallo stesso esecutore, dalla sua massa fisica, dal suo approccio allo strumento .. Mi sembra quanto meno pretenzioso e sicuramente scoraggiante; di fatto la Suite come me la ricordo eseguita da Francioni tanti anni fa mi piacque molto, ma non ho ancora trovata la forza di leggerla, inibito da tanto segnalare  .. ma probabilmente questo è un mio problema.


..segue
  
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alberto bocini
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Re: del "caso" Grillo e del Petracchismo: BOCINI
Reply #19 - 19.01.2008 at 03:13:17
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“..conoscere da lui chi è stato il suo Maestro (nome e cognome) affinchè io possa rivolgergli i miei più vivi complimenti per l’ampia formazione musicale ed umanistica con la quale, con tutta evidenza, si è prodigato nei suoi confronti”

Per la cronaca: mi sono diplomato a Firenze nella classe del M° Brandi, al quale  sono legato da un rapporto di grandissimo affetto e di stima ; uomo di grandi qualità umane e musicali, ma che  odiava il contrabbasso e non ne faceva mistero, era pianista, in qualche modo frustrato, e continuava ad inveire regolarmente contro il contrabbasso; era ed è  un musicista ed una persona aperta e questo ha sicuramente aiutato, ma in tutti gli anni che ho passato nella sua classe soltanto due (2) volte ha preso in mano il contrabbasso per farmi sentire qualcosa: una all’inizio per l’impostazione dell’arco e l’altra l’ultimo anno, preso dalla disperazione per quanto male suonassi un passo della VII di Beethoven; devo dire che in entrambi i casi fu illuminante, ma comunque  .. giudicate voi. Come noi tutti ho anche avuto tanti inconsapevoli maestri: il compagno di classe più avanti negli studi (e che compagno avevo! Un enorme talento musicale!!), l’amico violoncellista, i CD o i DVD di violinisti o violoncellisti, ma professionalmente e  contrabbassisticamente parlando mi sento assolutamente allievo di Petracchi, il che non ha mai voluto dire per me azzerare il mio pensiero musicale, uniformarmi ciecamente ad arcate o diteggiature cadute dal cielo, ma “indossare” ed apprezzare il concetto alto di scuola e l’orgoglio di appartenerci, continuando comunque a sentirmi completamente libero e curioso di capire altri modi, altre scelte, altre tradizioni. Per anni, dopo essere entrato in orchestra, ho continuato a sentire la voce di Petracchi che mi consigliava sul da farsi o mi descriveva situazioni che puntualmente si verificavano; escludendo i familiari due sono le persone le cui raccomandazioni mi ritornano più frequentemente in testa: la mia maestra delle elementari e Petracchi. Non c’è dubbio! Il mio maestro è sicuramente Petracchi, di Brandi ho tanti cari ricordi.

“…il candidato Bocini ebbe eseguito lo “Hommage à J. S. Bach” di Julien-François Zbinden, mi avvicinai a lui, con discrezione e competenza, facendogli notare che mal aveva inteso un segno, apparentemente di “glissato”,”

E’ vero .. mi ricordo di quel rilievo su Zbinden mossomi dal M° Grillo, e gliene fui grato , come sempre lo sono a chi mi mostra i miei errori 



“… lo scrivente non ha mai insegnato musica comtemporanea nel Conservatorio, dunque …? L’assoluta unicità del mio approfondimento musicale del nostro repertorio, la cura estrema d’ogni particolare esecutivo/interpretativo avvicina ed allontana, ineluttabilmente, i miei allievi dall’alto compito conoscitivo, ma per me tutto ciò è irrinunciabile, niente compromessi in arte”

“Naturalmente io ho parlato della mia “Suite I” che solo mi sta in cuore.”

“Nel riguardo del consustanziale amore che nutro per l’umana sofferenza, di una cosa mi rimprovero: di non essere riuscito, non ancora, a nutrirmi delle “crosticine” dei lebbrosi, come mirabilmente faceva la mistica Beata Angela da Foligno. Può il maestro Bocini immaginare  quanto mi sta al cuore, per traslato, la condizione di tanti valenti e studiosi musicisti? Non è certamente zittendo il collodiano grillo che la situazione può migliorare, anzi … ”


Trovo queste affermazioni dettate da un egocentrismo vagamente irritante: quando è l’artista che parla della sua opera può farlo con il taglio che crede, sottolineare certe scelte ed enfatizzare certe ricerche; quando è l’insegnante a parlare tutto questo non mi sta più bene. Fra i tanti doveri che un insegnante ha in un corso di contrabbasso come quello del conservatorio c’è l’ affrontare lo studio del repertorio tradizionale sia solistico che orchestrale e della tecnica necessaria alla loro corretta realizzazione, corretta secondo i canoni universalmente riconosciuti (con le ovvie differenze di sensibilità interpretative).   
Le lezioni di Umberto Eco all’Università di Bologna sono sulla semiologia e non sulle sue opere o su quanto lui  sia puntiglioso ed originale nella scrittura.

Per me un corso di contrabbasso in  conservatorio dovrebbe fornire anzitutto all’allievo gli strumenti tecnici e musicali per affrontare la professione dell’orchestra; ovviamente nel percorso scolastico dovrebbero essere presenti master e seminari (ancora loro!) su quanti più aspetti possibili del fare musica, per offrire la possibilità allo studente di avvicinarsi a realtà diverse e magari venirne rapiti con le dovute conseguenze! In ogni caso solo per coloro che dovessero dar prova di particolare vocazione e talento solistici aprire un canale specifico.

Concludo invitando i lettori “classici”  (i jazzisti sono un’altra razza, solitamente più libera, e comunque con problematiche diverse da quelle di cui sto parlando) di questo forum a porsi un po’ di domande e rispondersi con assoluta onestà, del tipo: cosa mi aspetto dal Conservatorio? Cosa conosco delle possibili professioni che teoricamente mi si apriranno dopo aver compiuto i miei studi? Cosa vorrei fare da grande e cosa ritengo di poter fare? Il percorso scolastico che sto facendo sembra andare nella direzione delle mie aspettative professionali?
Io, per tutta la durata del mio corso di conservatorio avrei potuto dare ben poche risposte a queste domande. 

Non si può.

Saluti


  
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