Antares wrote on 09.02.2008 at 18:11:57:
- Risposta a Fede
- Circa la rottura di Cage col passato cultural-musicale
Caro Fede,
coma già ho detto, qui dobbiamo cambiare registro. Il sistema di riferimento, ora, è l'intero excursus filosofico prodotto dall'occidente negli utimi tre millenni. Sarò pertanto didascalico.
La questione è strutturale, non individuale. Non credo affatto che Cage fosse conscio del proprio necessario ruolo di destrutturatore. Nemmeno Schoenberg lo era. Nemmeno Warhol ed i Beatles. Nemmeno De Saint Simon, Leopardi, Nietzsche, Marx e Mao lo furono.
Soltanto una persona, al mondo, ha finora saputo - oltre che comprendere - divulgare la conoscenza di tale necessaria destrutturazione: il filosofo Emanuele Severino. A lui deve obbligatoriamente far riferimento ogni discussione che osi avventurarsi in tale omnicomprensivo registro.
L'inevitabile disconoscimento dell'antica, erronea, formulazione greca del concetto di verità, è il motivo di ogni dirompimento novecentesco. Le immani rovine (Cage fu un simbolico martello, nulla di più) fanno credere ai nostri contemporanei che nessuna verità sia possibile. Avverso questa cecità, io mi pongo. L'antica falsa verità è rovinosamente crollata, ma la verità ha appena iniziato il suo tragitto verso l'uomo.
Ciao,
Antares
Io invece dico che Cage era molto conscio del suo ruolo di destrutturatore, o meglio lo afferma lui molto spesso (sempre le stesse fonti citate).
Così come lo erano molti esponenti dell'avanguardia musicale novencentesca, che si poneva come punto chiave la decostruzione o la destrutturazione o perfino la distruzione, primo fra tutti il Boulez di "schoenberg è morto" (spero che riusciamo a capirci l'un altro senza fare troppa confuzione con i termini).
Già che insisti... gli esempi che tu porti non li vedo inoltre più pertinenti di chiunque nel corso di una storia dell'arte si sia posto come innovatore, ...cioè più della metà degli esponenti principali. Se dovessi cercare analogie con Cage, personalmente le andrei a pescare in Duchamp o in Joyce più che in Warhol o in Marinetti...
Perdona invece la mia ignoranza circa la filosofia di Severino, non avrei tempo di affrontarla al momento per poterne discutere adeguatamente e quindi mi taccio.
Non so se è il caso di attribuire all'estetica di cage, qualcosa di collegato a una presunta verità o a una presunta assenza di verità (plurale). (...non capisco esattamente cosa pensi che lui pensi, consiacmente o inconsciamente...)
Forse qua il discorso è effetivamente più ampio (e forse c'è già troppa carne al fuoco), e in ogni
caso continuo a veder più a Cage come un
caso a sè...
Ciao
Fede