Allora, Giannantonio, cerchiamo di far capire anche a chi ci legge per sbaglio a cosa ci stiamo riferendo. Il maestro Grillo ha mandato anche a me una copia della sua incredibile Suite I ed alcune delle sue registrazioni. Qualcuno mi chiede e si chiede come mai si sia ritirato dalle scene del Forum. E' semplice: ho indicato al nostro Admin di bannarlo perchè troppo superiore intellettivamente al nostro umano comprendere ed anche perchè assumeva un atteggiamento che alla fine se parlava di contrabbasso lo faceva a modo suo, poco rispettoso di quella famosa netiquette che tanto aborro. So che il maestro Grillo ci segue e mi scrive tante mail al giorno. Ma un conto è essere geniali nel proprio lavoro un conto è doversi confrontare con l' Altro, anche se virtuale, che però necessita di quel minimo di rispetto che ogni essere umano dovrebbe avere inserito nel proprio codice genetico. Ma assolutamente nulla di personale. Ed il maestro lo sa! Io penso (alla cogito ergo sum) che un Lp o Cd del maestro Grillo dovrebbe poter trovare posto nella discoteca del buon contrabbassista, come questa Suite I che lascia presagire ad un secondo lavoro che spero non sia una continuazione ma un' evoluzione della I. Vedi Giannantonio non ricordo chi disse una cosa giustissima: Grillo dovrebbe avere una sorta di classe a sè stante in un Conservatorio, che ognuno può definire "d'avanguardia, post-moderna, aleatoria e chi più ne ha più ne metta", ma non lo vedo esattamente ad impostare l' arco ad un allievo, cosa forse fra le più difficili fra tutto il lavoro che dobbiamo fare. Non solo. Avere anche uno dei suoi lavori discografici ti mette nelle condizioni di comprendere come i linguaggi musicali esprimibili col contrabbasso, strumento che oggi è assolutamente alla pari con gli altri e non deve chiedere niente a nessuno, siano infiniti ma de-finiti e non-definitivi. Sto complicando le cose e me ne pento. Sono considerazioni soggettive e che valgono per me! La mia stima nei suoi confronti rimane ed anche se non sono un cultore della pittura io sono certo che Grillo "dipinga dei quadri". Il problema è che non tutti hanno quelle cosiddette "idee innate" che ti permettono di apprezzare una metafora musicale come un quadro assolutamente bianco che può avere il suo valore filosofico. Grillo è un filosofo della musica. Lascio stare i suoi atteggiamenti. Ma quando il gesto, l' architezzazione di sonorità che qualcuno definisce "ruttuali" (è un mio neologismo), il segno che precede il gesto e vicerversa, entriamo in un campo dove il linguaggio filosofico, secondo me, assume una connotazione "musicale", ove per musica non v'è definizione che regga perchè sia un suono "zero" od una pausa "o silenzio" di per sè costituiscono un astrazione metafisica del fenomeno naturale a cui impropriamente diamo una definizione "musicale", la quale per Grillo è sicuramente ristretta, non gli calza a pennello ma necessita di una preparazione e predisposizione verso un certo sentire musicale. Ecco perchè metto quel disco di cui un tempo postai la foto fra i "possibili migliori", proprio perchè nella sua tipologia (come il resto dei lavori di Grillo) ci da quel senso di unicità, logicità e logorroicità voluta (una sorta di repetita iuvant) che costituiscono l' estro e la sensibilità di chi vuol dimostrare come musica e filosofia, alla fine, vadano su canali che spesso s' intersecano o che talvolta sono paralleli. La Suite I rappresenta per me un eccesso di una volontà che vuol porsi come assoluta. Forse qui intravedo un limite del Maestro Grillo che dovrebbe capire come un Nietzsche sia storicamente andato fuori di senno per aver spinto l' indagine delle sue infinite conoscenze verso un qualcosa di Assoluto o quanto meno definitivo. Ma torniamo, Giannantonio, alle corde in Kevlar da 20 Euro, credo. Quando deciderò di montarle e suonarle con l' arco sicuramente noterò dei limiti nell' esecuzione degli armonici, come le corde in budello della Pirastro che i jazzisti amano usare in mix set ma che non si azzardano a toccare con l' arco e specie agli armonici. Ed un buon cordaio ci può spiegare anche il perchè. Di qui la mia impressione che quando Dragonetti o Bottesini (più il secondo del primo) suonavano agli armonici ci andavano sicuramente cauti e se vogliamo fare filologia li dovevano eseguire con molta calma: pena l' incomprensibilità del tutto! Del resto Dragonetti non amava molto suonare agli armonici. Se avesse avuto queste corde monofilamento in kevlar magari lo avrebbe fatto più spesso !!! Un pò alla Patrick Charton il cui esperimento di suonare brani con armonici da eseguire sul budello di "oggi" non sia riuscito appieno, IMHO! Però a vedersi quel verde è proprio bello!!
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