Mi è successa una cosa simile quando mi si è scollato il fondo della tavola armonica posteriore dalla fascia nella zona bassa vicino al puntale.
Prova a passarci qualcosa tipo un taglierino e vedere se entra da qualche parte.

Vivamente sconsigliato l'uso della lama di un cutter o simili: per verificare la presenza di una eventuale scollatura è sufficiente l'angolo di un comune foglio di carta, che in ogni caso non procura lesioni alle superfici interessate.
L'intervento su un'area scollata è fattibile, purchè tu abbia una qualche competenza di falegnameria (nello specifico, se sai preparare la colla animale).
Mi auto-copioincollo dalla discussione fatta di recente su un altro forum circa lo stesso argomento:

"Procurati colla animale a caldo in perle, quella da far sciogliere a bagnomaria, un pennello abbastanza sottile, una lama ben affilata (una rasiera va benissimo) e almeno due cagne con le morse in legno o ricoperte di sughero, o meglio ancora quelle cagne a stantuffo che si possono stringere con una sola mano e hanno le ganasce ricoperte in gomma. L'apertura deve essere ovviamente almeno larga quanto la fascia dello strumento. 
Dopo aver allentato le corde (senza però far cadere l'anima, tieni possibilimente il cb in orizzontale su un piano di lavoro) fai passare la lama nella scollatura scorrendola avanti ed indietro in modo da aprirla ancora di un cm. circa per parte e nel contempo ripulirla dai residui di colla del vecchio incollaggio, poi introduci con il pennello una sufficiente quantità di colla lungo tutta l'apertura, morsetta e pulisci il prima possibile l'area circostante da residui e sbavature di colla che possono essere fuoriusciti. Lascia morsettato per almeno 24 ore in luogo asciutto

PS: le cagne a stantuffo sono di questo tipo:



Quando costruisco strumenti uso sempre morsetti di questo tipo: si manovrano bene con una sola mano, permettendoti di mantenere le parti da incollare perfettamente a posto con l'altra mano mentre stringi la morsa. Esistono in molte misure e sono anche piuttosto economiche. Inoltre non taccano il legno e hanno una buona presa."

Possibilissimo, ma qui la cosa si fa più complessa (se sono sul fondo, quelle parti in legno possono essere catene -se lo strumento è a fondo piatto- o rinforzi applicati per rinforzare rotture riparate. Inoltre potrebbe trattarsi di un principio di scollatura delle catena della tavola armonica).
E' indispensabile a questo punto l'intervento del liutaio, anche perchè potrebbe rendersi necessaria l'apertura dello strumento  

considera pure che con i cambi di clima gli strumenti danno spesso i numeri, soprattutto se hanno delle riparazioni. aspetta qualche giorno e vedi  se si assesta, sennò fatti la croce e portalo dal liutaro. cià

Dolente di deluderLa, Caro Maestro, ma certe pratiche si addicono di più a chi ha tanto tempo libero da perdere (sul web o altrove): io la 'mano libera' preferiisco usarla per tenere ferme le parti dell'incollaggio dello strumento: per ciò che riguarda altre attività... non sono per il "fai-da-te".

Egregio Maestro (pabbass),

Niente di personale. Ammiro la Sua arte che cela con discrezione il concetto di anima.

Una foto di troppo mi ha consentito l’iperbole sonora, estrapolando dalla Sua citazione. Non me ne voglia.

Mentre Lei inviava il Suo Post io completavo la mia nuova composizione, per le/la Pasqua a venire.

Testo per il programma di sala:
Fernando Grilllo – « Le Globe Crucifère, à travers la croix » (La Desolata, 2008) 
Pour chœur de bas et sopranos, avec les voyelles des notes musicales  « à bouche fermée ».
Prima esecuzione assoluta.

Commento: 
“Il monaco benedettino Guido Monaco (XI secolo) derivò i nomi delle note musicali in italiano (do, re, mi, fa, sol, la, si ) dalle sillabe iniziali dei versi di un antico canto, in latino, rivolto a San Giovanni:

Ut queant Laxis resonare fibris Mira gestorum Famuli tuorum Solve polluti
Labii reatum
Sancte Johannes.
 
Tradotto in italiano, significa: 

Affinché i tuoi servi
a gola spiegata
possano della tua vita
esaltare i fasti
togli dalle loro labbra ogni impurità
o San Giovanni.
La ut iniziale fu successivamente modificata in do.

La didascalia per i cantori è: Eseguire, attraverso la solmisazione cantata “a bocca chiusa”, le vocali delle note musicali: dO  rE  mI  fA  sO  lA  sI, del monaco benedettino Guido d'Arezzo”.
Fernando Grillo

Buon lavoro, anche a Lei!

Suo, m° Fernando Grillo