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Very Hot Topic (More than 25 Replies) utilizzo dell'Arco barocco (Read 35987 times)
dinibass
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utilizzo dell'Arco barocco
29.02.2008 at 08:48:16
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Vorrei la vostra opinione su questo: come vedete l'utilizzo dell'arco barocco (su strumento settato modernamente, quindi non corde in budello!) su un repertorio non-barocco?

In particolare chiedo se secondo voi in questo modo si possono ricavare sonorità (timbri) differenti con risultato positivo su una musica non barocca (intendo: sia classica contemporanea che improvvisata).

L'idea mi è venuta notando che sulla partitura di Psy (Berio) per cb solo, viene indicato "forte barocco" - non credo sia un'indicazione particolarmente restrittiva in termini timbrici, ma potete contraddirmi!

E come vedete la scelta dell'arco Barocco per suonare per esempio le Suite di Bach (ma sono state originariamente scritte per cello o per viola da gamba?!) o - permettetemi un piccolo salto temporale! - la Suite 1 del M° Grillo?

grazie
  
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pabbass
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #1 - 29.02.2008 at 10:24:45
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Più che differenze timbriche (che sarebbero apprezzabili se usato sul budello, molto meno su corde in metallo) l'arco barocco consente di eseguire più agevolmente un certo tipo di colpi d'arco (buon esempio sono appunto le suites di Bach originariamente già per cello, da non confondere con le sue Sonate per viola da gamba e continuo, che sono altra cosa) tipici del periodo e che talvolta con l'arco moderno risultano piuttosto 'innaturali'.
Con gli strumenti ad arco antichi, e relativi archi, ancora precedenti al Barocco come quelli da viella e ribeca, ho eseguito anche musica contemporanea appositamente scritta, però le timbriche inconsuete erano in questo caso principalmente merito degli strumenti stessi.

Al momento sto lavorando su una viola da gamba, appena avrò finito di costruirla e prima di consegnarla al committente vedrò di... sperimentarla un po' in questo senso.
  
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dinibass
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #2 - 29.02.2008 at 11:17:23
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Grazie Paola per la tua risposta!

In realtà non confondevo le Suite di Bach con le Sonate per viola da Gamba, ho sempre conosciuto le Suite come scritte per cello ma da qualche parte (non ricordo dove, ah che superficiale la vita moderna!) lessi che qualcuno confutava ciò, asserendo che invece Bach le avrebbe scritte per viola da gamba.

ciao!
  
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Fede
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #3 - 29.02.2008 at 12:18:25
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Usare un arco barocco (quale? diversi i tipi, i legni e le impostazioni), più ancora che influenzare il timbro, influenza il modo di condurre l'arco; aiuta nel fraseggiare note buone e note cattive, giusto per utilizzare termini barocchi, in altre parole è bilanciato diversamente e se aiuta in alcuni fraseggi e colpi d'arco, non aiuta affatto in molti colpi d'arco (e non a caso è stato soppiantato da altre tipologie). L'emissione poi del suono è differente, mediamente con meno attacco, e ciò idem, non aiuta.
Per ciò che riguarda Psy, non penso che Berio avesse in testa nulla di simile, pensando anche ai suoi interessanti lavori su trascrizioni di musica antica. E in ogni caso è un tipo di arco che solitamente funziona bene al manico, meno bene al capotasto con minor lunghezza di corda vibrante (ai tempi di bach la tastiera finiva molto prima...); per bach dunque può essere interessante a seconda di che trascrizione adoperi (è uscita da poco per la Ricordi la trascrizione delle suite per cb, di Paolo Rizzi, le tonalità sono diverse e lo strumento è adoperato così come Bach adopera il violonecello... raramente insomma si va al capotasto).
Ci sono diversi tipi di arco barocco comunque, copie con un maggior o minor compromesso con gli originali. Sperimentadoci sù potrebbero venir fuori cose interessanti, e tanto più l'arco è estremo (differente dal moderno) tanto meglio. Ciao
  
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pabbass
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #4 - 29.02.2008 at 13:45:59
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dinibass wrote on 29.02.2008 at 11:17:23:
...ho sempre conosciuto le Suite come scritte per cello ma da qualche parte (non ricordo dove, ah che superficiale la vita moderna!) lessi che qualcuno confutava ciò, asserendo che invece Bach le avrebbe scritte per viola da gamba...


Mi pare una teoria discutibile. A parte che - dovrei andare a controllare sulla copia del manoscritto di Lipsia contenuto nell'Alexanian, appena ho occasione lo faccio - mi sembra che sia indicata la loro destinazione di pugno dall'autore, ma la scrittura stessa si discosta abbastanza da quella che Bach sceglie di utilizzare per la viola da gamba.
La sesta suite, in particolare, era pensata per un cello a 5 corde.
  
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dinibass
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #5 - 29.02.2008 at 15:57:12
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Grazie anche a Fede per il tuo contributo!

Per Paola: in realtà non è che questa teoria cello/viola gamba mi tolga il sonno, quindi ti prego, non perdere tempo su questa cosa andando a vedere il manoscritto (Lipsia è lontanina... Wink

buon week end a tutti
  
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Alverman
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #6 - 29.02.2008 at 16:02:26
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Per quello che ne so io gli archi barocchi che non hanno l'impugnatura alla tedesca sono dei falsi. Cioè archi barocchi di violoncello un po' ingranditi e fatti diventare per c.basso. Questi tipi di archi si vedono anche in famosi gruppi di musica antica.
Per quanto riguarda la suite n. 6 di Bach vi invito alla visione di questo video su you tube uonata su violoncello piccolo a 6 corde "da spalla" http://www.youtube.com/watch?v=KFhxbCCYCZE&feature=related
Saluti,
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #7 - 29.02.2008 at 16:04:42
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scusate, mi correggo...il violoncello piccolo del video è a 5 corde.
  

Saluti,&&Alverman
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #8 - 01.03.2008 at 14:42:49
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Alverman wrote on 29.02.2008 at 16:02:26:
Per quello che ne so io gli archi barocchi che non hanno l'impugnatura alla tedesca sono dei falsi. Cioè archi barocchi di violoncello un po' ingranditi e fatti diventare per c.basso. Questi tipi di archi si vedono anche in famosi gruppi di musica antica.
P


Bentornato Alverman!

Parlare di impugnatura "alla tedesca" non so quanto possa essere corretto; diciamo che sia tra archi originali che nelle iconografie c'è una netta prevalenza di archi utilizzati con il palmo della mano verso l'alto, e di questi la maggior parte rimanda a un uso tipo viola da gamba, cioè con poussez e tirez, ovverosia con le "arcate invertite".
Vi sono comunque diversi esempi sia iconografici che di archi originali che rimandano a un impugnatura con il palmo verso il basso, tipo insomma violoncello barocco (il primo esempio che mi viene in mente è il metodo di corrette, uno dei primi trattati specifici sul contrabbasso).

Se poi effettivamente si vanno a vedere importanti gruppi di musica antica spesso i compromessi con le prassi moderne sono moltissimi e a volte molto evidenti, non solo sul come si tiene l'arco.
Ciao
  
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #9 - 01.03.2008 at 14:48:38
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Su Bach inoltre c'è da tenere conto su come sia storicamente (e a volte musicalmente) un estremo del periodo barocco. C'è un libro di Bylsma "The fencing master" che voglio leggere quanto prima, in cui credo che si tratti di un utilizzo dell'arco nelle suite di bach in senso molto moderno, e quindi "poco barocco", facendo riferimento alle indicazioni sul manoscritto di Anna Magdalena; in proposito non so molto di più, per ora...
Ciao di nuovo
  
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #10 - 01.03.2008 at 22:58:50
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Caro Fede,
grazie per il "bentornato" al quale ricambio con un bentrovato!
Mi interesserebbe molto sapere in quale museo si trova un arco barocco da contrabbasso con impugnatura "alla francese" (per intenderci). Sia io che un caro amico molto "purista" che ha avuto modo di girare molto non abbiamo mai incontrato nei musei un simile archetto.
Per quanto riguarda Bylsma credo che (a parte l'età) le sue esecuzioni siano un po' superate da violoncellisti come Bruno Cocset, Christine von der Goltz e il nostro Gaetano Nasillo. Spero che trovi il libro interessante visto che Bylsma, con tutto il rispetto predica bene ma razzola male visto che ha eseguito e inciso divertimenti dei fratelli Haydn con il violoncello quando lui sa benissimo che si suonavano con il contrabbasso (o bassetto o violone viennese), ma, testuali parole, ha detto: anch'io ho famiglia!
  

Saluti,&&Alverman
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #11 - 02.03.2008 at 08:52:14
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Innanzitutto... ho detto una sciocchezza!!! Il metodo di corrette afferma proprio ciò che tu dici, cioè che l'arco del cb si tiene col palmo verso l'alto (ricordavo male, abbi pazienza, e ho confuso il capitolo in cui parla di archeggiare come viola o come violoncello). Eppure io ricordo qualche testimonianza storica di questo tipo, ma ora non la so riportare; concedimi per il momento il beneficio del dubbio... Per l'impugnatura di archi originali, molti archi si prestano bene a essere tenuti sia sopra che sotto e non hanno una palese impugnatura esclusiva "palmo verso l'alto", mi sembra di ricordarne al museo di parigi, ad esempio, ma mi hai messo nel dubbio... mi informo e mi rifaccio vivo.

Bylsma rientra a buon diritto tra i pionieri del violoncello barocco e indubbiamente è stato superato (anche sei dei tre che nomini almeno uno potrebbe essere molto discutibile su un piano filologico, per quello che ne so io, ma non entriamo nel dettaglio, per non perderci, e per una mia solo parziale competenza). Per ciò che riguarda il libro mi interessa che Bylsma predichi bene, non che razzoli bene (anche se le sue suite a me continuano ad affascinare, molto). Ci sono pochi violonisti viennesi (mi viene in mente solo Sinclair al momento) e così i violoncellisti se approffittano...
  
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #12 - 02.03.2008 at 09:30:55
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Ciao Fede,
credo di aver capito a quale dei 3 violoncellisti ti riferisci..ma non approfondiamo (almeno qui pubblicamente).
Non volevo togliere merito al grande Bylsma nel suo ruolo di pioniere. I miei primi acquisti discografici di musica antica sono proprio i suoi dischi e , con la giusta collocazione, ne sono tuttora affascinato.
Ti consiglio l'ascolto di qualche cd del gruppo "Piccolo Concerto Wien" fondato da Roberto Sensi, grande esecutore e studioso del repertorio classico originale con contrabbasso. E' appena uscito il cd con i 3 quintetti di Boccherini op. 39.
A presto!
  

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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #13 - 02.03.2008 at 18:21:42
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Pensavo di non scriverti oggi, perchè non ho ancora approfondito il discorso sugli archi originali (ma ho trovato una conferma nel libro del Brun di un utilizzo con la preso a palmo verso il basso in Italia a partire dal 1660 e in francia da fine 600, imponendosi lì pesantemente; e alcune illustrazioni iconografiche in merito sono riportate sul libro stesso), ma hai nominato Boccherini e allora ti chiedo, se puoi, di svelarmi alcuni dubbi che ho sempre avuto: ci sono effettivamente dei quintetti (tra i tantissimi) di Boccherini che prevedono il contrabbasso? Di che strumento si tratta? Bassetto a tre corde per quinte?
Grazie
Fede
  
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #14 - 03.03.2008 at 14:39:17
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Caro Fede,
I 3 quintetti di Boccherini op. 39 sono gli unici scritti dal compositore "à 2 violini, viola, violoncello e contrabbasso obbligato" (invece che il più frequente organico con 2 violoncelli). Furono composti nel 1787 sicuramente ad Arenas per la Contessa-Duchessa Maria Josefa di Benavente-Osuna la quale aveva nella sua orchestra Ramòn Monroy, un ottimo contrabbassista che (caso unico!) aveva uno stipendio superiore a quello del primo violino. 
Spero di essere stato esauriente e spero di risentirti presto con nuove notizie sull'arco. Potresti scrivere il titolo completo del libro di Brun?
Grazie
P.S. Conosci il libro di Planyavsky sul contrabbasso antico e il violone?
  

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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #15 - 03.03.2008 at 20:02:55
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Mi hai svelato un arcano che avevo da tempo! grazie
Mi sai anche dire che contrabbasso usava Monroy?

Il libro di Brun è questo:
http://membres.lycos.fr/pbrun/index.html

Purtroppo solo in inglese, francese, o tedesco. Io lo ho ordinato sul web, costa tanto ma è un buon acquisto.

Il libro di Planyavsky, che anche questo non mi risulta esistere in italiano, secondo me è anche meglio! (su argomenti specifici del barocco e dintorni) L'ho letto l'anno scorso facendomelo prestare dal mio liutaio. Purtoppo non mastico bene l'inglese e qualcosa qua e là mi perdo... Un bel libro comunque, non so dove si possa recuperare in rete.

Pazienta per gli archi, volevo chiedere qualche info a un amico e lo farò non subito ma comunque nei prossimi giorni

Ciao!
  
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #16 - 03.03.2008 at 22:33:11
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Purtroppo non so dirti "esattamente" che contrabbasso usava Monroy, ma credo che fosse un normale contrabbasso a 4 o 5 corde. Stiamo parlando di un'orchestra sinfonica attiva nel 1787 e inoltre un quintetto è in tonalità di Fa magg. quindi presumo che il c.basso fosse come minimo a 4 corde. Purtroppo non ho la partitura di questi interessanti quintetti ma so che chi gli ha incisi è molto pignolo e preciso e ha registrato con un c.basso a 4 corde del 1698.
Ho già il libro in inglese di Planyavsky e l'ho trovato molto interessante tanto da attivarmi per una traduzione italiana; purtroppo Planyavsky non mi ha autorizzato perchè secondo lui dopo tanti anni da quell'edizione aveva bisogno di un aggiornamento. Ne è nata una piccola discussione che si è risolta con un nulla di fatto....peccato...spero che ci provi qualcun'altro.
  

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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #17 - 05.03.2008 at 09:34:44
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Fede e Alverman,
chiedo a voi che mi sembrate ferrati ma estendo la domanda a chiunque ritenga di intervenire: esistono libri/trattati in cui si spieghi l'approccio all'improvvisazione nella musica Barocca?

grazie
  
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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #18 - 05.03.2008 at 14:18:10
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Carissimo,
ti riferisci all'improvvisazione del basso continuo? Secondo quanto dice (giustamente secondo me) Quantz, gli strumenti melodici del continuo non hanno funzioni di improvvisazione ma solo di eseguire un buon accompagnamento. Per un discorso più generale sull'improvvisazione forse potresti trovare qualcosa sul libro "Il discorso musicale" di Nikolaus Harnoncourt o sullo stesso "Saggio di un metodo per suonare il flauto traverso" di Quantz nel quale non si parla solo di flauto. 
Nelle cadenze soprattutto i cantanti davano sfoggio della propria abilità improvvisando a volte a dismisura con grande raccapriccio dei compositori i quali posero fine a questa pratica scrivendo egli stessi le candenze su misura per i virtuosi che avevano a disposizione. Penso che si possano trovare numerosi paralleli fra quel tipo di improvvisazione e il jazz.
Mi dispiace di non esserti stato di grande aiuto.
  

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Re: utilizzo dell'Arco barocco
Reply #19 - 05.03.2008 at 14:29:43
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Grazie Alverman, 

un aiuto me l'hai dato e mi incuriosisce il libro di Harnoncourt.

No, in realtà la mia non era una domanda contrabbassistica nè violonistica, ma più generale e anzi soprattutto per quanto concerne gli strumenti 'solisti' -- scusa se non sono stato chiaro!

g
  
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