Scrivo a braccio e scusate per gli errori! Sappiamo che un libro fondamentale per sviluppare una tecnica solida sia al manico che al capotasto è quello del Petracchi, assolutamente un testo geniale che non dovrebbe mancare nella biblioteca del buon contrabbassista. Nel mio piccolo ve ne propongo uno che ho personalmente sperimentato e che dovrebbe dare sufficienti garanzie in tema di intonazione. Il concetto è estremamente semplice: suonare la scala di sol-Re -la su di un' unica corda e con un solo dito, appoggiandosi per l' intonazione sulla corda vuota. Faccio un esempio per capire il meccanismo. Decidiamo di suonare sulla prima corda la scala di Sol maggiore tutta con il primo dito facendo seguire ad ogni nota la corda vuota RE (la II, per intenderci). Converrebbe eseguire questo esercizio con l' arco, ma anche pizzicato dovrebbe andare bene. Dico l' arco poichè lo scopo principale è la ricerca nello spostamento di una corretta intonazione ed il suono si focalizza maggiormente con l' archetto a meno che non si possegga un' orecchio assoluto ed allora la cosa cambia. Cominciamo ad eseguire col metronomo a 60 per semiminima delle crome, alternando alla scala quel famoso Re vuoto. Non è la velocità che conta ma l' intonazione dei vari suoni. Scendiamo in questa maniera lungo la prima corda facendo attenzione proprio all' intonazione che ci viene data da corda vuota Re. Arrivati al Fa# continuiamo ad utilizzare il primo dito e poi sul Sol non il capotasto bensì il primo dito ma già con la posizione di capotasto impostata e scendiamo fino al Sol acuto. Si potrebbe proseguire, per i virtuosi, anche al Re se la tastiera lo permette. Quindi nella stessa maniera facciamo ritorno. Questo è l' esercizio base che si può ripetere in seconda e terza corda utilizzando le relative corde vuote di la e mi. Facciamo bene attenzione all' intonazione che questa volta non potrà essere falsata visto l' utilizzo di una corta vuota che ci fa quasi da basso ostinato e su cui dobbiamo appoggiargi. Adesso, sempre sulla prima di corda, utilizziamo il terzo dito (2 o3 a seconda delle tecniche usate) e rifacciamo la stessa ed identica cosa che avevamo fatto col primo dito. Arrivati al sol anticipiamo la posizione di capotasto utilizzando il secondo dito, ovvero il medio. E' importante la tecnica dell' anticipo del capotasto per avere più agilità negli spostamenti rapidi. Proseguiamo sempre come col primo dito e corda vuota e viceversa. Cosi sulla corda del re e del La. Quindi si passa al quarto dito. Scendere sulla corda I usando sempre il quarto con tutta la mano in posizione e che pre sulla tastiera. Giunti al Sol lo cambiamo (il dito) con il terzo (anulare) e sempre in posizione cromatica con tutte le dita che scendono sulla scala. E viceversa. Quando questo studio lo si è maturato si possono applicare anche diversi colpi d' arco ed eventualmente accellerarne la velocità metronomica. Ma un aspetto importante è ripetere questo semplice esercizio di base a bicordi e sempre con ogni singolo dito. Non usare il vibrato che facilita l' intonazione. L' uso del bicordo con la corda vuota Re risulta di estrema importanza e deve essere eseguito lentamente per assicurarci che l' intonazione sia quantomai veritiera. Col bicordo non ci possiamo sbagliare. Il Petracchi, nello studio delle quinte, fa giustamente utilizzare il bicordo ma pigiando con tutte le dita, sia in prima che in seconda corda. E' la tecnica che definisco "spezza-mano" ma che in realtà è fondamentale sotto diverse angolature e, spesso, se non si ha uno strumento ben settato, potrebbe portare a fastidiose tendiniti od irrigidimento della mano. Quindi fate attenzione. Nel caso più modesto dell' esercizio che vi ho proposto, col tempo, noterete un netto miglioramento dell' intonazione, poichè il cervello automaticamente creerà delle sorte di "corsie preferenziali" che faranno in modo che ogni singolo dito sia in grado ed autonomamente di trovare llo giusto spostamento questa volta senza la corda vuota che faccia da supporto a livello intonativo. L'uso di diversi colpi d' arco o l' esecuzione a terzine e poi a quartine, permetterà anche di sviluppare una certa padronanza dell' arco. Poi possiamo anche cominciare la "scala alternata" (così la definisco) con le dinamiche più disparate. Esempio. Cominciare in pianissimo crescere fino al Sol e poi tornare indietro gradatamente per giungere ad un suono quasi zero. Si tratta di "complicazioni" ad un esercizio di per sè concettualmente semplicissimo ma di grande efficacia. Direi che lo possiamo definire lo studio delle scale su singolo dito !!! Se vi fa piacere ogni tanto vi potrò spiegare altre cose o magari fatelo voi nei miei confronti. Anche un Maestro ha sempre qualcosa da imparare ed i miei allievi molte volte mi stupiscono con le loro intuizioni che io poi magari sviluppo. Un saluto a tutti Vito Liuzzi
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