Non è vero, caro MrMustard. Il manuale del Trebbi alla fine si svolge tutto su questo tema, sebbene in parti separate. Cioè la rilassatezza muscolare è fondamentale per il buon contrabbassista; non tanto agli inizi dello studio dove è chiaro che il maestro deve prendere posizione quando vede che l' allievo sta irrigidendo alcune parti del suo corpo. Dalla mia esperienza di docente ho notato che fin dall' inizio i ragazzi comprendono questo ragionamento e dimostro loro come anche con sole tre dita si possa avere una cavat del suono assolutamente pari a quella con le cinque dita al completo. Il problema è far capire la tecnica giusta, e non sempre questo viene fatto. Alcune Scuole insegnano la maniera di tenere l' archetto alla francese come se fosse l' arco del violino, praticamente con la stessa impostazione. Questo è anche un grossolano errore perchè per dei semplici principi di fisica se il violino costituisce il famoso "vincolo" di cui ho sempre parlato, e che facilita l' appoggio sulle corde, noi lo dobbiamo "sostenere". Un contrabbassista che suona alla tedesca difficilmente avrà problemi alla mano destra, poichè egli sostiene l' arco facendo in modo che la forza di gravità venga notevolmente diminuita. Nell' impugnatura alla francese questo non avviene. Non è che una sia migliore dell' altra, però istintivamente quella alla tedesca sembra essere oltre che la più filologica anche la più comoda e duttile. Il nostro amico che ha cominciato questo post, sicuramente impugna l' arco alla francese e utilizza l' arco sostenendolo con una presa troppo salda che gli provoca dolori fastidiosi. In questi casi solo il buon maestro ti può dare dei consigli su come condurre l' arco magari posizionando le dita in altra maniera. Inoltre ci sono una serie di esercizi di tecnica anche a corde vuote mediante i quali non si fa altro che rinforzare la destra in modo naturale, se così può essere definito. E con quella che io definisco la "presa avvolta" è possibile avere grande sonorità quando occorre, alla stessa stregua dei "tedeschi", ma non disdegnando il non-utilizzo di alcune dita, specie il mignolo, quando la pressione deve essere minimale, ma sempre con un suono ben focalizzato e non frusciato. Il miglior esempio di questa tecnica a livello uditivo lo si ritrova nel primo Cd del maestro Bocini. Lasciamo stare la tecnica da seduto, ma lui riesce ad imprimere delle notevoli dinamiche in fase di esecuzione avvalendosi proprio della "mano-non-rigida" e staccando alcune volte il mignolo per non avere una portante pressoria che impedirebbe il passaggio da un forte ad un pianissimo. Ognuno sviluppa la propria tecnica. Sono dell' avviso che non ve ne sia una universale. Ma quando sorgono dei problemi fisici, allora bisogna chiedersi il perchè, dove è situato l' errore e come lo si può superare. Naturalmente se lo studio è incostante questa serie di difetti si acuiscono e la possibilità di avere serie problemi come al collo in tensione diventa cosa quasi comune. Ciao Vito
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