LO SLANCIO DELL' ARCO. Detto così uno chissà a cosa pensa. E' logico che i maestri o gli esperti conoscono bene questo esercizio di tecnica pura. Cercherò come al solito di scrivere a braccio e scusate una volta per tutte, e non lo ripeto più, per gli errori grammaticali, lessicali e di analisi logica. Allora, speriamo bene! Si tratta di un esercizio che ritengo basilare per la tecnica alla francese. In teoria si potrebbe applicare anche all' arco alla tedesca, ma non conoscendolo approfonditamente non mi azzardo a parlarne. Se qualcosa non è chiaro fatemelo sapere, poichè descrivere a parole un esercizio non è cosa facile, è molto meglio farlo vedere all' allievo che poi "ad imitationem" lo dovrebbe riprodurre. A che serve questa tecnica dello slancio che descriverò. Semplicemente a rendere più agile e robusta la vostra presa dell' arco ma nel contempo vi permetterà, con lo studio, di eseguire semicrome in velocità o note puntate con grande presa sulla corda. Sempre il metronomo, altrimenti non ci siamo. Dobbiamo cominciare in maniera lentissima. Direi un 48 a semiminima, poi si aumenterà la velocità. Questo sistema i miei allievi, poveretti, lo conoscono come il "Principio di gradualità metronomica", l' unico che dalla mia esperienza riesce a far si che anche grandi difficoltà vengano superate, in abbinamento con la "variante dei colpi d' arco". Nella tecnica dello slancio purtroppo non ho foto da postare e cercherò di descriverlo per quelle che sono le mie possibilità. Il metronomo lo abbiamo sistemato. Adesso possiamo utilizzare la seconda corda a vuoto e poi magari passare allo studio di singole scale. Posizioniamo l' arco sulla corda II, con la presa alla francese che ci è stata insegnata dal maestro. Adesso, con un brevissimo movimento di tutte le dita e senza l' ausilio del polso (cosa importante), le spostiamo volutamente tutte a sinistra (il mignolo rimane nella U o sulla bacchetta a seconda delle tecniche). Il movimento è brevissimo, ma molto aderente alla corda. L' effetto deve essere di una semiminima iper staccata, anzi direi meglio, di una croma staccatissima. Le dita sono adesso spostate totalmente a sinistra e accentuate questa posizione errata ma utile per l' esercizo. Successivamente, nell' eseguire diaciamo l' altra croma staccatissima e relativa pausa, dobiamo spostare sulla bacchetta tutte le dita nella direzione opposta, cioè a destra per intenderci. Sia in un verso che nell' altro le dita assumeranno una posizione assolutamente innaturale: una volta spostate tutte a sinistra, la successiva spostate a destra. Metronomo sempre basso. E' importante che l'allievo non stacchi le dita sulla bacchetta ma le disponga in questo modo "innaturale" facendo grande presa sulla corda vuota (o sulle corde pigiate per gli esperti che eseguono ad esempio una scala). Direi quasi che sia in giù che in sù l' effetto deve essere un "martellato atipico", e cioè senza alzare assolutamente i crini dalla corda. Ripetiamo i due movimenti per più volte molto ma molto lentamente, utilizzando meno di un quarto della lunghezza dell' arco. Volutamente l' allievo deve spingere sulla corda per avere questo staccatissimo con le dita ora tutte in un verso ora tutte nell' altro. E' la prima volta che il maestro chiede allievo di mettere le dita in maniera totalmente errata rispetto alle comune tecniche di presa alla francese. Ovviamente, chi usa il mignolo più sulla bacchetta incontrerà grandi difficoltà; ecco perchè potete prendere come esempio la presa alla Bocini o alla Siragusa o, sarebbe il massimo, alla Petracchi (se potete filmarlo in qualche sua apparizione fatelo! Secondo il mio parere l' arco del Petracchi viene tirato e condotto in maniera esemplare ... poi le opinioni possono essere diverse, in una democrazia come dovrebbe essere la nostra). Dicevamo. A ritmo metronomico tutte le dita si spostano in un verso e poi nell' altro. Effetto staccatissimo, grande aderenza alla corda, uso di un quarto massimo della lunghezza dell' arco, pausa fra una nota è l' altra. Allorquando questa pratica diventerà comune e semplice per lo studente, questi dovrà ad eseguire delle crome con lo stesso ed identico effetto, poi delle terzine iperstaccatissime ed aderentissime ed infine delle semicrome per i più virtuosi. Qual'è la ratio di questo studio. Non tanto abituare l' allievo a disporre le dita in maniera errata sulla bacchetta, ma permettergli di eseguire note in successione in grande velocità (o puntate come dicevo) utilizzando alla fine solo dei "micromovimenti" delle dita. In pratica, si arriva all' opposto di quello che si fa inizialmente quando le dita volutamente le forziamo a spostarsi in un senso o nell' altro. Mi raccomando. Niente uso del polso solo per questo esercizio, o quantomeno minimizzarlo al massimo la non farlo entrare in azione. Col tempo, e termino, si acquisirà grande padronanza dell' arco ed anche i colpi d' arco più ardui saranno eseguiti con grande focalizzazione, nel pianissimo o nel fortissimo. Anche il polso, ma solo dopo lo studio lento, entrerà in azione, le dita rimarranno abbastanze salde sull' arco e si spera che la vostra conduzione dell' arco sia migliore della mia che assolutamente ripudio. Vito Liuzzi
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