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Very Hot Topic (More than 25 Replies) Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf (Read 29351 times)
vitoliuzzi
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #20 - 23.04.2008 at 09:27:52
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Eccellente Enrico!
Perchè non pubblicarlo? Andrebbe a ruba vista la sua importanza (anche se io lo destesto  Sad). Ormai è richiestissimo ovunque.

Riflettici su!
  

vito liuzzi
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Enrico Francioni
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #21 - 23.04.2008 at 12:20:37
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vitoliuzzi wrote on 23.04.2008 at 09:27:52:
Eccellente Enrico!
Perchè non pubblicarlo? Andrebbe a ruba vista la sua importanza (anche se io lo destesto  Sad). Ormai è richiestissimo ovunque.

Riflettici su!



Ciao Vito.

A dir la verità c'ho pensato più volte, mi sembra di aver proposto i due fascicoli (allora) a qualche editore... ma non ricordo quale; purtroppo era andata buca... e tutto era finito lì; i 2 tomi e il video didattico erano diventati per me un piccolo rinforzo cartaceo da allegare in occasione delle domande di insegnamento nei Conservatori.
Inoltre l'interesse per l'argomento proposto allora era a dir la verità molto scarso, rispetto ad oggi. 
Credo che uno dei pochi testi esistenti a carattere musicologico sul cb fosse proprio solo il Planiavsky!
Persino l'idea di un forum come questo 18 anni fa sarebbe stata una cosa impensabie. Da Odissea nello spazio!

Cosa mi consigli di fare Vito? Hai in mente qualche editore in particolare?
Tra l'altro mi sembra di avere anche la traduzione in lingua tedesca di uno dei due fascicoli, non ricordo quale però (dovrei riguardarci meglio).

Attendo con impazienza consigli su tutti i fronti e da tutti, altrimenti se la vedranno miei eredi.

Bye! Smiley

ef




  
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vitoliuzzi
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #22 - 23.04.2008 at 13:14:16
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Sarebbe una cosa bellissima cosa ed interessantissima.

Prova di nuovo con le case che già pubblicano roba per contrabbasso tipo Zanibon, o Dalla Costa o Pizzicato (libro di esercizi del maestro Presicci). Anzi proprio il maestro Presicci ti potrebbe dare delle dritte, oltre ad Alberto Bocini. Non sarebbe male un Ditters pubblicato da Nbbrecords. 

Hai ragione: i tempi sono cambiati.

Ma è una cosa che reputo molto interessante, specie se tradotta anche in Inglese!!!

Vito
  

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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #23 - 23.04.2008 at 16:39:13
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Alverman wrote on 21.04.2008 at 08:31:59:
Carissimo,
senza fare dell'inutile sarcasmo, ribadisco il fatto che una partitura dovrebbe eseguirsi come il compositore l'ha scritta che ci piaccia o no. Tu e tutti gli altri che hai citato sono solo interpreti, ossia sono il tramite tra chi ha scritto e chi ascolta.


ciao, perdonatemi l'incostanza nella frequentazione del forum....

Permettimi una provocazione (bonaria): siamo proprio certi che Bach (nome casuale per il mio esempio) oggigiorno non gradirebbe una reinterpretazione di una sua composizione, che tenga conto dei secoli passati nel frattempo?
Credo avresti ragione a obiettare che diventerebbe una 'riscrittura' o una 'mis-interpretazione', ma al di là di questo credo che personaggi di quella levatura, resuscitassero oggi, avrebbero una visione più ampia di quello che crediamo.

O no?
  
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vitoliuzzi
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #24 - 23.04.2008 at 17:11:21
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Perfettamente d' accordo Giorgio.
Dopo due ore di svago al mio sintetizzaztore da piano bar, mettendo una ballad sul II tempo di Kousse vengono delle cose da brividi per bellezza. I grandi certamente sfrutterebbero tutto. Forse siamo noi che ci creiamo molti problemi.
La musica potrà essere filologica tecnicamente ma musicalmente rimane sempre un fascino che abbraccia ogni secolo che incrocia.

V.
  

vito liuzzi
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #25 - 23.04.2008 at 19:45:31
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Perfettamente non d'accordo con Dini e con Vito...
se ci mettiamo a fare supposizioni su cosa farebbe oggi un Bach o un Mozart non ne usciamo più. Divertiamoci quanto vogliamo a fantasticare e a sperimentare ma l'unica cosa certa che abbiamo è la partitura del compositore il quale aveva la sua conoscenza degli strumenti e dell'orchestrazione e ha voluto usare quei determinati timbri. A quello ci dobbiamo attenere.
Poi se vogliamo dire: "se avesse conosciuto la chitarra elettrica avrebbe gradito un accompagnamento del genere o se avesse avuto un nastro magnetico a disposizione chissà cosa avrebbe fatto..."  forse si, forse no...che senso ha?
Purtroppo nè Bach nè Mozart nè Ditterdorf possono resuscitare e dire la loro; rimane solo una partitura.
  

Saluti,&&Alverman
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #26 - 24.04.2008 at 07:45:46
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perfettamente d'accordo con alverman. magari se bach fosse vissuto oggi avrebbe fatto il camionista e tanti saluti. il genio dei grandi del passato era coltivato nell'ambiente in cui sono vissuti. punto.
  
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #27 - 24.04.2008 at 08:28:31
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Ciao!

Per riagganciarmi a tutti gli ultimi interventi sul tema "Se il Genio fosse oggi" penso che: 

se il genio è tale, la sua genialità è fuori del tempo e dallo spazio e i mezzi che egli usa (la musica stessa, figuariamoci gli strumenti, o l'elettronica, ecc...) restano "oggetti" al suo servizio (come dice Mozart nel film di Forman: riferendosi ai puntini neri sullo spartito dice: "sono solo 'cacche' di mosca"). 
Cosa rimane? L'idea! Ciò più conta non è altro che l'idea!


Un altro aneddoto legato a Beethoven ci porta a pensare nella stessa direzione, cito da una citazione di Zignani - che tra l'altro appare nel booklett del mio Segni del tempo:

Esistono compositori per i quali gli strumenti musicali sono soltanto ‘occasioni di suono’, a prescindere dalle loro caratteristiche ‘anatomiche’: Beethoven, il quale, al violinista Schuppanzig, che lamentava l’ineseguibilità di certi passaggi, nella Grande Fuga, rispose “che vuole che me ne importi, del suo violino?”, ne rappresenta l’esempio più evidente.

bye

ef

ps
sto riguardando le mie due dispense ed il video (VHS)...


  
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #28 - 24.04.2008 at 12:19:53
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"L'idea è quella che conta" dice Enrico...e se l'idea di Dittersford era proprio quella di avere ESATTAMENTE quell'organico orchestrale?
Penso che tutti i compositori degni di questo nome sanno per quale strumento compongono, quale colore affidare a una determinata frase, se per loro è più bello far suonare un passaggio a un oboe piuttosto che a un clarinetto; se poi dobbiamo noi prenderci il diritto di dire che tutto è relativo allora va bene..oggi se ne sentono di tutti i colori.
Ricordatevi sempre di scrivere nelle vostre "elaborazioni": Libera trascrizione-elaborazione-arrangiamento, ecc...non autorizzato dal compositore.
  

Saluti,&&Alverman
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #29 - 24.04.2008 at 18:58:39
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Vi ringrazio, considero tutti i vostri interventi in risposta alla mia domanda molto interessanti davvero.

E la conclusione non è per forza che dobbiamo trovarci tutti daccordo, non è importante questo credo -- ma mi è piaciuto leggere le vostre opinioni che hanno ampliato la mia considerazione da diverse angolazioni!

bye
giorgio
  
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #30 - 26.04.2008 at 17:35:24
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Penso Giorgio che nella classica la filologia sia quasi una sorta di "dovere morale" . La bellezza dell' interpretazione è proprio questa: ognuno pensa di essere il più aderente alla realtà dei tempi andati ma nessuno può dirsi certo di quello che fa, sarebbe follia pura.
 
E poi! Mi chiedevo. Avete sentito le registrazioni di Koussevitzky di alcuni suoi brani? Nessuno al mondo, oggi, si permetterebbe di suonare in quel modo, con mille portamenti ed una tecnica discreta. Allora come la mettiamo? La filologia fino a che punto va rispettata quando abbiamo l' esempio lampante di quello che il compositore stesso voleva dire? Non è che per assurdo la filologia si adegua con i tempi ed il suo valore va rivisitato. No alle libertà interpretative illogiche, ma si a quelle musicalmente e tecnicamente migliori!
Koussevitzky se avesse ascoltato un II tempo del suo concerto eseguita da un Petracchi non avrebbe potuto dire: "Non mi piace, non è come la voglio io!" . Alla fine credo che anche la classica incredibilmente si adegui con il passare del tempo. L' importante è il buon gusto ... credo!

Bye

V.
  

vito liuzzi
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #31 - 27.04.2008 at 19:23:05
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Molto sommessamente mi tengo fuori dalle diatribe, per quanto interessanti, tanto già mi ritrovo con ciò che ha detto o potrebbe dire Alverman. (...e comunque un discorso, con pretesa di coerenza, che vada da bach a koussevitzky mi lascia perplesso già in partenza)

Ma non ho capito una cosa...
Enrico, lo esegui con accordatura viennese o  E A D G? Tutti strumenti moderni?

(Geschicte di Planyavsky mi risulta solo in tedesco, ed è piuttosto datato. L'altro libro di Planyavsky di cui si parlava con Alverman in un altro post più recente, ma ugualmente un poco datato (vedi altro post), esiste anche in inglese Violone Double bass Baroque, o un titolo simile)

Un salutone a tutti
Fe
  
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #32 - 27.04.2008 at 19:24:54
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Fede wrote on 27.04.2008 at 19:23:05:


(Geschicte di Planyavsky mi risulta solo in tedesco, ed è piuttosto datato. L'altro libro di Planyavsky di cui si parlava con Alverman in un altro post è più recente, ma ugualmente un poco datato (vedi altro post), ed esiste anche in inglese, Violone Double bass Baroque, o un titolo simile)

Un salutone a tutti
Fe


Mancava un predicato verbale e una congiunzione...
Riciao
  
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #33 - 27.04.2008 at 20:04:17
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Fede wrote on 27.04.2008 at 19:23:05:
Molto sommessamente mi tengo fuori dalle diatribe, per quanto interessanti, tanto già mi ritrovo con ciò che ha detto o potrebbe dire Alverman. (...e comunque un discorso, con pretesa di coerenza, che vada da bach a koussevitzky mi lascia perplesso già in partenza)

Ma non ho capito una cosa...
Enrico, lo esegui con accordatura viennese o  E A D G? Tutti strumenti moderni?

(Geschicte di Planyavsky mi risulta solo in tedesco, ed è piuttosto datato. L'altro libro di Planyavsky di cui si parlava con Alverman in un altro post più recente, ma ugualmente un poco datato (vedi altro post), esiste anche in inglese Violone Double bass Baroque, o un titolo simile)

Un salutone a tutti
Fe



Ciao Fede.

Eseguirò un tono sopra la-mi-si-fa#.

Credo di dover affermare che il compositore e l'interprete debbano possibilmente restare due figure distinte; spesso è impossibile pensare di identificarle con la stessa persona (tranne in rari casi). 

L'esempio di Koussevitzkj fatto da Vito è emblematico e ci può davvero far pensare su tale necessità...

bye

ef
  
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #34 - 28.04.2008 at 08:29:58
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Grazie Fede per l' indicazione dell' altro testo di  Planyavsky .

Ritorno un attimo a quanto detto da Enrico sul mio modesto intervento. Ma mi chiedo. Se Koussevitzky suonava agli inizi del Novecento i suoi brani in quel modo, ripeto per chi non ne fosse a conoscenza che ci sono delle registrazioni storiche del grande direttore d' orchestra e contrabbassista, chissà un Dittersdorf come poteva essere interpretato nel XiX o Xviii secolo. Di una cosa sono certo e ne parlai già. Secondo me nel passato i Tempi indicati almeno per il contrabbasso devono essere intesi molto più lentamente di quella che è la comune idea che noi abbiamo. E sono certo anche che nel passato fosse quasi lecito per il contrabbassista "adattare" qualche passo tecnico difficile eliminando qualche nota o modificando ad esempio un arpeggiato o volteggio.

Cosa ne pensi Enrico e voi tutti? Parliamo di Dittersdorf!!!

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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #35 - 28.04.2008 at 09:26:45
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Il libro di Planyavsky "Die Geschicht des Kontrabasses" è datato 1984, mentre "The Baroque Double Bass Violone" è del 1998 tradotto in inglese da James Barket, allievo dello stesso Planyavsky. L'edizione originale in tedesco dovrebbe essere del 1995.
Planyavsky non ha voluto che io traducessi in italiano questo suo libro perchè nel frattempo era passata troppa acqua sotto i ponti e quindi ci voleva un bell'aggiornamento..ma di questo abbiamo già parlato.
  

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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #36 - 28.04.2008 at 09:39:53
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Alverman wrote on 28.04.2008 at 09:26:45:
Il libro di Planyavsky "Die Geschicht des Kontrabasses" è datato 1984, mentre "The Baroque Double Bass Violone" è del 1998 tradotto in inglese da James Barket, allievo dello stesso Planyavsky. L'edizione originale in tedesco dovrebbe essere del 1995.
Planyavsky non ha voluto che io traducessi in italiano questo suo libro perchè nel frattempo era passata troppa acqua sotto i ponti e quindi ci voleva un bell'aggiornamento..ma di questo abbiamo già parlato.


Ot

Si sarà accorto anche lui che quando si parla di contrabbasso a livello storico ogni mese c'è uno storico che propone tesi nuove e discordanti con le altre, un pò come è successo a Paul Brun che mette il contrabbasso nella famiglia dei violini e non delle viola da gamba come ai miei tempi riportavano i libri ... ma anche oggi.

Ot OT

Solo per preannunciare che grazie alla disponibilità del maestro Piermario Murelli, docente al Conservatorio di Milano, a presto parleremo insieme del suo libro che indica nuovi percorsi didattici.
Un pò come ho fatto con i libri del Trebbi, compreso Contrabbasso mon amour che continuo a consigliare per i primi anni, anche perchè suonare dei piccoli brani con una base ritmica sotto non è male, specie se si vuol migliorare la propria intonazione.

Insomma, Alver, cerchiamo di divertirci parlando del nostro strumento sotto ogni angolazione  Smiley E spero in maniera paritetica!

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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #37 - 28.04.2008 at 09:49:08
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Ot ... ma non troppo!

Foto



Io non ce l' ho questo testo. Secondo te, Alver o chi lo possiede, conviene acquistarlo. Naturalmente si!!!.... ma sotto quale profilo in particolar modo?

Grazie in anticipo! e torniamo a Dittersdorf 1767 grazie alla dott.essa Mattei (ricordo il suo magnifico libro edito da Nbbrecords).

V.
  

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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #38 - 28.04.2008 at 10:06:32
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Il libro è interessante soprattutto (naturalmente!) dal punto di vista dell'uso del Violone nelle diverse composizioni da chiesa e da camera. E' interessante scoprire i diversi nomi che si danno allo stesso strumento sia che esso sia munito di 3,4,5 o 6 corde. Parla delle varie accordature ed è bello sapere che il Violone-(contrabbasso) suonava più del violoncello e di quanta musica ci hanno fregato i violoncellisti in combutta con gli editori.
Si parla anche dell'uso dello strumento nelle diverse nazioni, di liutai, di metodi...il tutto corredato da svariate foto di strumenti e dipinti.
Insomma un libro interessante per coloro che amano la storia del nostro strumento.
  

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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #39 - 28.04.2008 at 10:53:56
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OT

Grazie Alver,
molto interessante questa cosa che hai detto. E cioè che il violone-contrabbasso suonava moltissimo e di quanta roba sia passata al violoncello "in combutta" con gli editori. 
E' una tesi interessante, sicuramente veritiera poichè è lapalissiano come anche oggi un certo numero anche cospicuo di composizioni per violoncello, sia in veste solistica che cameristica, possano essere tranquillamente suonate dal contrabbasso. Non parlo dei concerti per violoncello trascritti o di tante altre trascrizione, ma di situazioni dell' alto barocco all' interno delle quali "visto lo scambio di strumenti anche con la voce", il nostro violone contrabbasso prendeva l' abitudine di sostituire la viola da gamba o il violoncello qualora non ve ne fosse la presenza fisica (o non in partitura). 

Questo l' ho appreso da altre fonti, ma se uno riflette in linea generale sulla Storia della Musica in sè per sè, non poteva essere altrimenti. Nessuno però si è mai soffermato ad analizzare i perchè (e sono tanti) della defezione del contrabbasso dai componimenti dei grandi compositori nel corso dei secoli. Io sono convinto che il contrabbasso "moderno", nato e rinato da adattamenti di altri strumenti e poi costruito e progettato come "contrabbasso", non abbia fatto la sua comparsa definitiva se non all' incirca dopo la metà del XVII secolo. Ma come nota il Brun occorre anche vedere a quali nazioni ci riferiamo, perchè in uno stesso periodo storico le cose andavano in un modo in Inghilterra (o Regno d' Inghilterra), in un altro in Francia ed in un altro in Italia. Alver, se pensiamo che già sulla terminologia non ci siamo mai capiti (dobbiamo aspettare il XVIII secolo per avere partiture scritte per contrabbasso inteso nel senso meoderno del termine), ciò era dovuto anche ad una sorta di "nazionalismo musicale imperante" che si applicava soprattutto ad uno strumento come il nostro, indefinito per eccellenza anche ai giorni nostri. Basta vederne le forme più variegate per capire quello che si vuol dire. E' difficile trovare in un' orchestra un primo violino con il suo strumento a forma di "pera"!! Eppure suonerebbero bene come quelli a punte, è stato sperimentato scientificamente, ma la liuteria preme in una certa direzione.

Insomma ce n'è da parlarne!

Grazie Alver per gli spunti

Fine OT
  

vito liuzzi
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