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Very Hot Topic (More than 25 Replies) Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf (Read 29359 times)
Alverman
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #40 - 28.04.2008 at 12:27:44
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Non voglio aggiungere molto a quello che hai scritto. Per quanto riguarda i furti dei violoncellisti mi riferivo esclusivamente alla musica da camera del 700 (divertimenti, serenate, notturni, cassazioni...). Ci sono numerose testimonianze sia nell'iconografia sia nella letteratura (uno per tutti Il viaggio musicale di Charles Burney). 
Per quanto riguarda i nomi del violone c'è veramente da divertirsi...nella partitura dell'Orfeo di Monteverdi c'è scritto: "qui entra il CONTRABBASSO", mentre secoli dopo, nel manoscritto del quintetto La trota di Schubert è scritto VIOLONE; inoltre, per tornare indietro nel tempo, in Francia il Violone era chiamato contrabbasso per non fare confusione con il violino (violon in francese). Insomma...come dire automobile, autovettura, auto, macchina..tanti nomi per la stessa cosa.
A proposito di strumenti a pera (che non amo molto), il violinista Jousha Bell possiede un prezioso e sonoro violino a pera.
  

Saluti,&&Alverman
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Fede
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #41 - 28.04.2008 at 13:59:08
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...beh a dirla tutta, sul repertorio barocco (fino al 1700 soprattutto, ma anche oltre), sono più i furti in senso contrario, visto che prima della piena diffusione delle corde rivestite erano più rari di quel che si pensa gli strumenti a 16 piedi (la nostra ottava), mentre è comune nelle registrazioni con strumenti originali mettere contrabbassi e violoni un po' dappertutto. Le tesi musicologiche più accreditate al momento, li escludono dalla francia (fino a Montclair all'opera di Parigi), come da molta musica italiana e tedesca. Per non parlare di un loro ruolo in veste solistica! Su ciò si dibattono gli studiosi; Brun scrive abbastanza diplomaticamente in proposito evidenziando tale confusione. Saluti
  
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Fede
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #42 - 28.04.2008 at 14:01:01
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Dal 700 inoltrato in poi (Vienna in particolare), il discorso cambia e si fa anche un po' (non troppo) più chiaro, come già scrive Alver.
Così mi sembra sfogliando un po' di articoli, libri e pubblicazioni, qua e là.
Di nuovo saluti
  
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Alverman
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #43 - 28.04.2008 at 18:58:42
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Fede, per quanto riguarda il periodo barocco e prebarocco non sono molto daccordo con te nel senso che invece ci sono diverse testimonianze dell'uso del contrabbasso (violone, ecc...) non capisco di che furti parli.
Monteverdi, Schutz, Bach...richiedono esplicitamente l'uso del Violone. Anche in Telemann abbiamo forse il primo esempio di un concerto con due contrabbassi concertanti. 
Non ho ben capito cosa c'entri il fatto delle corde nude o rivestite con la letteratura.
Per quanto riguarda la Francia abbiamo iconografie risalenti già al 1533 per arrivare poi al "Méthode de Contrebasse" di Michel Corrette del 1781.
Comunque è vero che in Francia i contrabbassi erano rari e forse per questo non è fiorita una letteratura consona al nostro strumento.
Il discorso è molto interessante caro Fede e mi sembra che c'è ancora molto da scoprire.
  

Saluti,&&Alverman
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Fede
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Re: Concerto in E dur di K.D. von Dittersdorf
Reply #44 - 29.04.2008 at 08:03:09
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Guarda la questione è aperta e in dicussione da un po' di anni.
Nell'opera e monteverdi ok, ma nella musica sacra ad esempio le cose non sono così chiare.
Gli strumenti grandi come persone della fine del 400  coprono si il registro grave, ma quello corrispondente all'attuale violoncello (8 piedi), e il rapporto dimensionale è legato appunto alla fisica delle corde (vedi in merito tutte le pubblicazioni di Bonta). In Italia e in germania abbiamo sì, il violone in Re (Banchieri 1609) o in germania gli strumenti indicati da Praetorius, ma sono eccezioni nel panorama della trattatistica, come nella iconografia e nelle specifiche menzioni sulle parti. Con Walther o Eisel (1732, 1738) si riprende a parlarne. Violone è per lo più basso di violino, o violone in sol (che pure appunto suona in 8 piedi). Le eccezioni probabilmente ci sono ma sono eccezioni (e quando si sfogliano articoli di musicologi spesso le eccezioni diventano regole e viceversa). Il Telemann del concerto in sol con due cb è una splendida eccezione, ...ed è già nel 700. Su Bach la questione è molto complessa (per esempio vedi qua http://www.lambertsmit.com/Original-Violone-parts.html , tesi discutibile, ma non insensata). Schutz non so proprio. Per la francia vedi qua http://www.ojbr.com/1-1-1.html , dove si evidenzia la confusione riguardo alla copertura 16 piedi, prima dell'opera di parigi (montclair appunto), come citato da corrette.
Più volte mi è stato segnalato l'uso di cello e anche violone ma inteso come ripieno più scuro, ma sempre in 8 piedi.
Tutto ciò per indicare una situazione abbastanza caotica sul piano musicologico, la verità non mi appartiene...
Un esempio di furto come pretesa solistica invece è Giovannino, che è pensato per uno strumento a 8 piedi (basta consultare un'enciclopedia o anche cercare in rete...). Appare sempre chiaro dalla trattatistica che gli strumenti a 16 piedi nascono per il ripieno del continuo, non certo per le canzoni di Frescobaldi o di Tarquinio Merula.
Nel mio piccolo spero di essere stato chiaro, ma è evidente che il discorso è troppo ampio, complesso e anche confuso per essere esaurito in un post di un forum. Cari saluti
  
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