Suite I (1983/2005)
KBB 10 - Edition Schott
per contrabbasso
for Double Bass
für Kontrabass SUITE I - EDITION SCHOTT
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Suite I for double bass
“La
Suite I per contrabbasso, è un evento storico che rivoluziona le basi dell’esecuzione musicale per lo strumento ad arco, con il contributo di nuovi ed inconsueti aspetti della disciplina e pratica musicale.
L’interprete, dopo il primo impatto visivo: l’approccio con la pagina musicale - premonitore del carattere di “iniziazione” al suono di cui tutta l’opera è permeata - e l’apparente disorientamento che esso può provocare, sarà inevitabilmente sollecitato alla comprensione degli eventi sonori attraverso la loro scrupolosa analisi ed esecuzione.
L’opera è rivelatrice, come un libro aperto, della necessità di raggiungere un alto grado di raffinamento musicale che si fonda sulla verità, fisico-positiva, della percezione dei parametri di suono.
L’architettura compositiva, orizzontale e verticale, è espressa inequivocabilmente, nella visualità, dall’accurata postura dell’utile segno grafico e, nella percezione, dal suono prodotto.
Il principio ispiratore che ha informato la composizione, si richiama alle proporzioni - manifeste in “natura” - del monocordo pitagorico: il fondamento del 1° armonico dal quale si enucleano i suoni armonici della serie numerica. Questa tensione del grave all’alto, cosi mirabilmente rappresentata nello strumento contrabbasso, mi ha convinto ad elaborare una musica che pone l’attacco (primo nella produzione sonora), il timbro (rilevante per il suo carattere “inaudito”), la durata, (definita dal segno d’articolazione che consente il naturale “lasciar vibrare” della corda) e la dinamica (suggestivo “
milieu” della psiche interpretativa) a presiedere sulla percezione sonora e non più l’altezza del suono, come improbabile tentativo di “imitare” il violino.
In particolare vorrei rilevare le nuove concezioni introdotte nella
Suite I in riguardo ai parametri del suono: attacco, durata, altezza, dinamica e timbro, alla condotta dell’arco per l’esecuzione dei segni d’articolazione graduati dal sollevamento ed aderenza dell’arco sulla corda, all’uso dei suoni armonici nella loro peculiarità di timbro, alla scrupolosa intavolatura delle altezze del suono che, assecondando una postura corretta e naturale della mano nel rispetto fisiologico dell’articolazione, consente un’intonazione funzionale ai procedimenti espressivi e, non per ultimo, all’innovativa stesura grafica per i simboli e la notazione, da me stesso prodotta, a sostegno di una lettura “intelligente”.
Questi aspetti sono continuamente presenti nella composizione, che, pur fondandosi su strutture tradizionali e in particolare del barocco, non di rado si apre a sonorità mai ascoltate.
A causa del “continuum
” d’invenzione musicale si scoprono, infatti, nuove ed inesplorate possibilità per lo strumento, mentre un senso d’estrema naturalità è risvegliato nell’ascoltatore: ogni evento diviene, così, un alto momento di riflessione per lo studioso.
La trasmissione del pensiero, realizzata con la scrittura, la semplice appropriazione esecutiva attraverso una “
naturale” produzione del suono, hanno costituito per me una straordinaria opportunità per provocare un “risveglio” del desiderio di conoscenza che solo rende inesauribile le potenzialità della ricerca.
Nella
Suite I infine, pensiero e suono divengono una realtà, nell’attesa di crescita della prassi musicale.
Vorrei esprimere, ora, con Leonardo, cosa anima i miei studi sonori e passioni:
“
E tirato dalla mia bramosa voglia, vago di vedere la gran commistione delle varie e strane forme fatte dalla artificiosa natura ... piegato le mie rene in arco, … subito si destarono in me due cose: paura e desiderio; paura per la minacciosa oscura spelonca, desiderio per vedere se là entro fussi alcuna miracolosa cosa ...”
Fernando Grillo