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Very Hot Topic (More than 25 Replies) problemi di respirazione (Read 22316 times)
neroantico
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problemi di respirazione
10.12.2008 at 12:18:10
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ciao a tutti.
Al momento sto leggendo il "violino interiore" di Dominique Hoppenot.
Interessante.
Sicuramente alcuni dei principi fondamentali come la concentrazione, la postura ed il relax sono applicabili anche a chi si dedica al cantrabbasso.
Volevo chiedervi....Voi come gestite la respirazione?
Calma piatta, seguite la linea melodica? Se sì, come fate nel caso di frasi improvvisate?
Mah, la ricerca del relax è lungaaaaaaaaaa.
Grazie del Vostro tempo.

Giovanni
  
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dinibass
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Re: problemi di respirazione
Reply #1 - 11.12.2008 at 21:15:20
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ciao,
hai toccato un argomento importante che viene affrontato in vari modi da diversi musicisti.
Chiaramente gli strumenti a fiato sono un caso a parte, perchè influisce direttamente sulla tecnica dello strumento, tuttavia anche tra loro c'è chi prima di suonare esegue del training autogeno o cose del genere.

In effetti la respirazione può essere un mezzo per guidare la concentrazione. Poi ce ne sono altri.

Occorre distinguere, la respirazione prima di suonare, appunto per raggiungere la rilassatezza muscolare (ovvero togliere rigidità) e la concentrazione mentale. Qui banalmente un paoi di bei respiri lunghi prima di iniziare aiutano.
Eppoi c'è la respirazione durante l'esecuzione, che è altra cosa.

In tutta sincerità non riesco a pensare alla respirazione in maniera isolata suonando, preferisco pensare a evitare rigidità ma per quanto mi riguarda il fulcro sono le spalle, se queste sono rilassate il giusto tutto il resto funziona bene di conseguenza -- e la respirazione segue, fa parte del contesto e può essere un indicatore del grado di rilassatezza: se fluisce naturalmente in simbiosi con la frase che suoni allora direi che sei nel giusto -- ma non vedo la respirazione come obiettivo.

Tutto ciò è empirico e personale, credo altri possono avere approcci ben diversi!

g
  
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blueshine83
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Re: problemi di respirazione
Reply #2 - 11.12.2008 at 22:49:39
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A proposito di respiro...
C'è un mio collega di corso che è alquanto buffo...
Ad ogni ripresa di arco, o inizio di frase, non ricordo, fa una sonora inspirazione. Per un certo tempo avevo scambiato quel rumore col fruscio che fa l'arco quando viene ripreso velocemente, ma poi mi son detto che non poteva essere un caso che contemporaneamente dilatava anche le narici...
Che cosa simpatica.
  
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neroantico
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Re: problemi di respirazione
Reply #3 - 12.12.2008 at 07:36:38
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Nel libro citato si fa riferimento ad una respirazione ad hoc, ovvero bisognerebbe respirare come se cantassimo la melodia scritta.
Potrei anche provarci, ma dove si improvvisa? Se la mente viaggia sul suonato avanti di 1-2 battute lo vedo un po problematico (e già son sorci verdi improvvisare!!!)

Oppure mi vedo soffocare in walking supersonici, sopratutto se interviene l'irrigidimento della mano sinistra affaticata anche da una muta di corde non proprio friendly....
  
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VIC
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Re: problemi di respirazione
Reply #4 - 12.12.2008 at 18:48:11
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neroantico wrote on 12.12.2008 at 07:36:38:
Nel libro citato si fa riferimento ad una respirazione ad hoc, ovvero bisognerebbe respirare come se cantassimo la melodia scritta.


Nel nostro quotidiano qualsiasi azione si compia è subordinata alla respirazione che deve, sempre e comunque, essere coordinata. Questo coordinamento noi lo abbiamo per istinto, relativamente alle azioni ordinarie, mentre per altre è necessario porre in essere adeguati studi propedeutici adatti allo scopo.
Un esempio a caso è come farsi passare il singhiozzo con una particolare tecnica di respirazione, oppure imporsi uno stato di quiete e rilassamento attraverso profonde inspirazioni.
La letteratura è piena di questi argomenti riferentisi a qualsiasi campo di applicazione: lavorativa, sportiva, professionale.
Dove se ne parla meno, è nell'ambito musicale. Forse è sbagliato dire che se ne parla meno, è più corretto dire che è tenuta in minor considerazione.
Data per scontata l'indole dell'essere umano ad ottenere il maggior risultato con il minimo sforzo non si capisce appieno per qual motivo un pianista debba fare esercizi di respirazione, e cosi un qualsiasi altro strumentista che non faccia uso di strumenti a fiato.
Il pensarla così è un errore gravissimo che si paga in termini di capacità e bravura di esecuzione.
Per gli strumenti a fiato è indispensabile prendere il respiro al momento giusto, lo si fa anche parlando e cantando, ed è proprio cantando ciò che si sta suonando, che si ottiene (per continua comparazione ed aggiustamento) anche una migliore intonazione; ecco allora il perchè del titolo "il violino interiore".
Certo è impensabile il suonare uno strumento a fiato e contemporaneamente cantare, in questo caso si canti mentalmente. 
Il contrabbassista e tutti gli altri strumentisti che non usano fiati sono in questo grandemente facilitati. Non cantare una o due battute più avanti ma cantare ciò che si esegue nel momento in cui si esegue.
Osservate i grandi pianisti, chitarristi, contrabbassisti jazz, quando suonano muovono le labbra come se parlassero. Non parlano, cantano sottovoce la melodia che stanno suonando.
Il primo strumento musicale che l'uomo ha conosciuto è la propria voce oltre a quella degli animali che lo circondavano. Successivamente e ad imitazione di queste ha inventato gli strumenti musicali, quindi è alla voce che dobbiamo rapportare il suono di qualsiasi strumento.
Per suonare intonati e dare alla musica la corretta interpretazione ed il giusto ritmo, qualsiasi sia lo strumento utilizzato:
Cantare, Cantare, Cantare.

vic
« Last Edit: 14.01.2009 at 17:26:16 by VIC »  

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VIC
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Re: problemi di respirazione
Reply #5 - 14.01.2009 at 19:14:18
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per "neroantico" in continuazione del mio precedente post.

neroantico wrote on 12.12.2008 at 07:36:38:
Nel libro citato si fa riferimento ad una respirazione ad hoc, ovvero bisognerebbe respirare come se cantassimo la melodia scritta.
Potrei anche provarci, ma dove si improvvisa? Se la mente viaggia sul suonato avanti di 1-2 battute lo vedo un po problematico (e già son sorci verdi improvvisare!!!)

Oppure mi vedo soffocare in walking supersonici, sopratutto se interviene l'irrigidimento della mano sinistra affaticata anche da una muta di corde non proprio friendly....


Non ho alcuna esperienza di classico, mio malgrado (e me ne dolgo) non provengo dal conservatorio. Sono um modesto cultore di musica jazz che intuendo in neroantico la stessa passione, si permette di aggiungere qualche suggerimento dettato dall'esperienza.

Il mio approccio con un brano che non conosco è il seguente:

* Analisi approfondita, sia armonica che melodica della partitura. Con  individuazione della tonalità di impianto e di eventuali cambi di modi (maggiori o minori) e di tonalità.

* Suddivione del brano in blocchi, nel caso del blues standard sono 12 misure ogni blocco. Una classica suddivisione è: A = primo blocco -primo tema; B : secondo blocco - ponte o bridge o ritornello (chiamalo come vuoi); ancora A se si ripete il primo tema oppure A1 se è il primo tema con variazioni oppure si segue con C-D-E se ad ogni 12 misure cambia il tema melodico.
Quindi un brano di 48 misure si può definire (volendosi accordare sull'esecuzione con altri musicisti - in una jam-session) molto velocemente  in A-A1-B-A.  

* Individuazione e memorizzazione delle cadenze e/o  progressioni armoniche degli accordi.

* Memorizzazione della melodia, cioè imparo a memoria la melodia cantandola. Non occorre prendere lezioni di canto, serve solo essere intonati, così facendo si impara anche il ritmo  ed il fraseggio. Chi malauguratamente dovesse scoprirsi stonato o aritmico nel cantare, o si corregge con appositi esercizi (se riesce) oppure butta lo strumento alle ortiche. Non sarà mai un buon musicista.
Per facilitare la memorizzazione di cui sopra, oggi siamo grandemente facilitati da dischi, PC, registratori ecc..

* Ultimo atto: cantare e suonare, cantare e suonare; pedissequamente fino alla noia mortale di chi  è costretto ad ascoltarci. Ripetendo all'infinito i passaggi più ostici.

Per quanto riguarda le improvvisazioni non cambia nulla, è la stessa cosa, cantare e suonare. Anche le improvvisazioni devono essere studiate e imparate a memoria, analizzando e memorizzando quali scale usare, maggiori - minori - blues - pentatoniche ecc.

Con il tempo, lo studio e la pratica, ad un tratto ci si accorge che le improvvisazioni fluiranno spontaneamente dallo strumento, e pur non essendo state studiate seguiranno la melodia cantata sommessamente.   

ciao VIC



« Last Edit: 14.01.2009 at 20:30:26 by VIC »  

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vitoliuzzi
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Re: problemi di respirazione
Reply #6 - 15.01.2009 at 00:28:03
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Nel campo classico ci sono differenti teorie e onestamente non mi sento di indicarne una come quella che potrebbe essere la migliore rispetto alle altre. Sarebbe stato forse più corretto reimpostare l' intitolazione di questo topic non tanto sotto il profilo dei problemi relativi alla respirazione, bensì sul come respirare durante l' esecuzione di un brano. Nel campo di mia competenza abbiamo un caso esemplare e forse unico al mondo che è rappresentato dalle esecuzioni realizzate dal maestro Sciascia che ti possono coinvolgere in maniera appassionata e come se tu fossi parte attiva del brano che l' artista sta eseguendo, oppure lo si può percepire come un fastidioso elemento che potrebbe distogliere l' attenzione dall' ascolto del brano su cui ci si deve concentrare. Quando si ascolta una registrazione del maestro Sciascia si sentono in maniera chiara ed evidente i respiri che lui esegue durante l' esecuzione del brano, cosa appositamente voluta dallo stesso. Tutti i cd del Maestro hanno proprio questa caratteristica che li contraddistingue in maniera inequivocabile e ripeto è una scelta voluta appositamente in fase di registrazione per scelta ben precisa dell' esecuto. Quasi a voler significare che all' interno di quegli altoparlanti che cercano invano di inviarci dei segnali sonori di tipo elettrico e non certo acustico, vi sia una persona viva e vegeta che si avvale del respiro non solo come fattore emozionale ma anche a sottofondo di un fraseggio che alla fine risulta impeccabile. Nel senso che adotta una respirazione che segue la linea melodica specie nel cambio delle frasi o allorqaundo si voglia esaltare un passaggio dinamico esasperato. Naturalmente questo tipo di tecnica è estremamente di fficile da imparare od insegnare, ma risiede principalmente in quella che è anche la fisiologia e l' anatomia di ognuno di noi. Che poi sentire quel respiro possa costituire un elemento di distrazione oppure possa essere gradito all' ascoltatore è un altro discorso. Chiaramente nelle esecuzioni dal vivo tale capacità che a mio avviso è innata praticamente si annulla ma serve a Sciascia per abbinare contemporaneamente la necessità di ossigenazione di cervello e muscolatura, cercando così di non marcare un eventuale impedimento ostruttivo, con quelle che sono poi le dinamiche od il fraseggio che si intende eseguire. Perchè dobbiamo sempre tenere conto come il respiro altro non è che una necessità di far giungere correttamente l' ossigeno all' interno delle cellule del nostro corpo, nella fattispecie quelle del cervello e quelle della muscolatura.
Pertanto, se io dovessi imporre ad un mio allievo di prendere dei respiri in determinati punti di una composizione, potrei o teoricamente o sotto il profilo squisitamente scientifico, fornirgli un' indicazione per quella che è la sua persona, cioè per come un tipo di soggetto reagisce alle reazioni respiratorie che possono essere diverse rispetto ad un altro studente, che biologicamente è fatto in maniera totalmente divera. Altrimenti dopo che un compositore ha concluso di scrivere un proprio brano occorrerebbe interpellare il "pneumologo musicale"  che poi dovrebbe indicare sulla parte quali sia i punti in cui riprendere il repiro e fino a che punto bisogna espellerlo fuori. Ciò a mio avviso è inaccettabile ed assurdo sul piano teorico ed attuativo. Didatticamente sono più favorevole ad una sorta di respirazione continuata ma costante in modo tale che l' afflusso di sangue al cervello ed ai muscoli sia sempre costante, anche se diversa. Nel senso che in particolari passaggi più ardui il proprio organismo reagirà automaticamente alla necessità di dover sottostare ad uno sforzo maggiore, imponendo che la respirazione sia più profondo. Non è che si tratta di un rapporto che mette in relazione il respiro alla tipologia dello sforzo che si esegue e non al fraseggio che si intende eseguire, bensì si tende a far si che tramite il sistema di "lettura veloce" (nel caso di lettura di una parte) non si cada nell' errore, alcune volte evidente di discotarsi a livello di concentrazione da quella che la musica ti richiede. L' imparare a memoria un brano e cercare di imporre dei momenti di respiro in particolari momenti sicuramente non avrebbe senso nell' esecuzione di un brano di musica contemporanea laddovè vengono esasperati non solo i suoni ma anche particolari effetti sonori che talvolta raggiungono la soglia del rumore che aprioristicamente non si può considerare come elemento legato ad una frequenza particolare.
Per 18 anni ho giocato a pallacanestro a livello agonistico e da 12 a tennis alivello più amatoriale anche se ho fatto i miei bei tornei, vincendone due a livello di N.C.. Perchè dico questo aneddoto personale. Poichè noi musicisti siamo esattamente come degli atleti, specialmente per chi suona il contrabbasso od un pianoforte, ad esempio, che debbono sottostare alla necessità di respirare in un certo modo in base allo sforzo, in questo caso puramente fisico a cui l' organismo deve sottostare. Una maratona, invece, mi sembra come un concerto bachiano dove la scittura risulta particolarmente uniforme, mentre la corsa lenta a respirazione costante la paragonerei ad una composizione fiamminga dove si sa quando si comincia ma non si sa mai quando si finisce, non basandosi fondamentalmente sul principio primario della composizione più classica che tende a giudere solitamente le frasi con l' uso della settima maggiore. L' insegnamento pratico "docet".
  

vito liuzzi
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randoservice
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Re: problemi di respirazione
Reply #7 - 15.01.2009 at 12:47:00
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Non ho mai suonato come voi, però ricordo quando suonavo abbastanza, alcune volte, ero talmente concentrato sulla musica, che mi accorgevo che non stavo respirando affatto solo quando cominciavo a sentire le prime avvisaglie di svenimento! .... diciamo che respirare era ..... un optional, ...... peccato che dopo un pò si muore!
Ciao
Giann
  
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VIC
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Re: problemi di respirazione
Reply #8 - 17.01.2009 at 18:06:49
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Ognuno di noi possiede un bagaglio di conoscenze che, generalmente, sono più approfondite relativamente  al genere a cui si è interessati. Ogni genere musicale, sia esso classico, jazzistico o leggero (per leggero intendo le canzonette et similia) usa la stessa grafia: righi, spazi, pause ecc. che necessita però di alcune aggiunte per renderla funzionale al genere. Ad esempio le dinamiche per il classico e le sigle per il jazz.

Non vorrei sbagliare ma il classico si sviluppa prevalentemente sulle triadi, mentre (e qui sono sicuro) il jazz sulle quadriadi, none, undicesime tredicesime.
Da questo ne deriva che un classico in possesso di una buona lettura e, ovviamente, una buona padronanza strumentale può eseguire alla perfezione un brano anche avendo scarse conoscenze di armonia.

Per il jazzista è l'esatto contrario, può avere una mediocre capacità di lettura ma è indispensabile una profonda conoscenza di armonia.

Il jazzista suona, normalmente, senza partitura o al massimo con un appunto scritto al momento, che riporta il giro armonico in sigle.
Il suo  compito è quello di sviluppare queste sigle creando una melodia accettabile e compatibile con il tema (se esiste).
Il classico esegue leggendo, il jazzista interpreta. Il classico compone a tavolino, il jazzista mentre suona.

Quanto sopra non vuole essere una disamina su chi sia più bravo o una levata di scudi pro/contro.
Il confronto sarebbe improponibile.
Ia classica è la musica per eccellenza, punto di partenza quasi indispensabile per ogni musicista, qualsiasi sia il genere che verrà adottato.

Ciò che mi preme mettere in evidenza (per i neofiti che si approcciano al jazz) è quanto importante sia, per ogni musicista ma in particolar modo per i jazzisti porre particolare attenzione alla respirazione, intesa come emissione vocale di ciò che si suona.

Non so dire se i rumorosi respiri di Sciascia possano essere paragonabili a questi concetti oppure ad una tecnica psico-defatigante.

Certo è che un contrabbassista classico durante una esecuzione orchestrale può respirare come vuole senza per questo crearsi alcun problema, Il jazzista assolutamente no.
Il jazzista grazie alla tecnica respiratoria, acquisisce intimamente il ritmo, il fraseggio, l'intonazione e l'interpretazione.
Non dimentichiamo che nel jazz la musica non si suona come è scritta, ma "si dice" in un modo particolare definito "pronuncia jazzistica".
Quando si suona non si ha il tempo di pensare alle regole, ragion per cui queste devono essere assimilate in fase di preparazione e studio.

Non ricordo chì ebbe a dire "quando suoni la mente può annebbiarsi, ma se canti ciò che hai studiato e intimamente assimilato questo uscirà spontaneamente dal tuo strumento.

In questo modo si vince anche il "timore da palco o da prestazione" che qualche volta ha fatto dimenticare a Giannantonio di respirare.

vic 

 

 
  

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Re: problemi di respirazione
Reply #9 - 20.01.2009 at 15:40:21
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neroantico,

hai aperto un topic ponendo delle domande, alcuni dei forumisti ti hanno risposto esponendo le loro teorie e le loro esperienze ma la sensazione è quella di chi ha parlato al vento.
Da parte tua neppure un commento o una obiezione che possa far pensare che l'argomento sia stato posto con un minimo di interesse iniziale.
Per carità è pur vero che non è obbligatorio per nessuno rispondere ai post ma è altrettanto vero che una volta ottenuto risposte è utile dare riscontro. Intendo utile al forum il quale serve a raccogliere scambi di opinioni per creare conoscenza e trasmettere tendenze e cultura tematica attraverso lo scambio bidirezionale delle esperienze dei partecipanti. Le risposte lasciate cadere nel vuoto per mancato interesse del domandante già alle prime battute servono solo a creare disagio in chi si adopera nel rispondere, il quale può essere portato a pensare "ma chi me lo fa fare?"; a questo punto il forum stesso scade di interesse.
Nel tuo caso sono convinto si tratti di mancanza di tempo o di opportunità, cause di forza maggiore nella vita se ne presentano tante ed è necessario farvi fronte tempestivamente sacrificando le cose meno urgenti. 
Ritengo utile significarti che non è mia intenzione muoverti alcun rimprovero, ci mancherebbe... ognuno di noi è libero di comportarsi come vuole.
Nello specifico ho solamente tratto spunto dal tuo post per mettere in evidenza che troppi post seguono questa trafila, vuoi per mancanza di risposte vuoi per mancanza di interlocutori.
Nel limite del possibile cerchiamo di impegnarci ad invertire questa tendenza che porta solo a creare zavorra nell'archivio del forum facendolo scadere di velocità e di qualità.

vic
  

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neroantico
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Re: problemi di respirazione
Reply #10 - 21.01.2009 at 09:41:38
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Caro Vic ed amici del forum.
Se ho dato l'impressione di lanciare il sasso e retrarre la mano....me ne scuso.
IL non  intervenire nuovamente sull'argomento è una conseguenza naturale. Sono molto attento ai vostri contributi.Rispetto la vs ricca esperienza ed in qualche modo cerco di farla mia.
Quindi sono in un percorso di ricerca che mi permetta un approcio alla Musica in modo più completo.
Semplicemente non ho avuto nulla da aggiunere, ma spunti sui quali riflettere.

Ho stima di questo forum, ed approfitterò ancora della vs pazienza.

Ciao 
Giovanni

  
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Re: problemi di respirazione
Reply #11 - 21.01.2009 at 12:41:45
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Caro Giovanni,

è un piacere sapere che le risposte avute siano per te motivo di riflessione in una ricerca che come saprai non finirà mai.
Il sapere che ci sono giovani che a questo si dedicano può solo gratificarci ma soprattutto spronarci a dare loro tutto l'aiuto possibile.

Un caloroso "in bocca al lupo" per i tuoi studi.

con simpatia

vic
  

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vitoliuzzi
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Re: problemi di respirazione
Reply #12 - 24.01.2009 at 20:31:47
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Durante lo studio con l' arco: sciogliere lentamente in bocca una caramellina a vostro piacimento (possibilmente non una pastiglia di extasi). Se notate che non riuscete a scioglierla vuol dire che il respiro non è continua, quindi siete in tensione.
  

vito liuzzi
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Fernando Grillo
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Re: problemi di respirazione
Reply #13 - 30.01.2009 at 18:07:42
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Caro Vittorio,

Trovo i tuoi commenti sull’inspirazione-espirazione-inspirazione e così di seguito, altamente significanti ed appropriati per questo forum.

Mi duole non intervenire, ma l’avarizia del tempo che incorre non mi consente di farlo in modo appropriato, come si conviene.

Solo brevemente aggiungo che l’attacco del suono è dato dalla consonante, mentre la vocale lo sostiene nel tempo. Fanno eccezione le consonanti “S” e “R” che, esse solo, possono essere “allitterate” nel decorso del tempo: sssssss / rrrrrrr (ambiguità fonetica tutta da meditare).
I Sumeri, abitanti della città di Ur, conoscevano l’essenza di questi suoni, l’uno rappresentante “il serpente” mentre l’altro “il fuoco”; per non spingere la disamina oltre, nel tempo.

Tue mani.

Fernando

  
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Re: problemi di respirazione
Reply #14 - 30.01.2009 at 19:07:36
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Caro Fernando,

in un precedente post avevo esternato il piacere di rileggerti dopo la pausa delle feste. Da un certo tempo a questa parte i tuoi interventi si sono diradati, qualcuno si è detto preoccupato per la tua salute. Personalmente ho attribuito la causa a impegni professionali.

Ti ringrazio per i complimenti espressi , mi sento onorato e anche commosso. Non essendo abituato a pubblici riconoscimenti, in questa occasione è ritornata a fare capolino la mia innata timidezza che pensavo sconfitta. 

Ho davanti a me il cartaceo del tuo "Studio per gli armonici" (33 pagine, gli anni di Cristo) stampato a suo tempo (14 giugno 2008 e seguenti). Se lo rileggo ancora una volta, dopo la quarta, ho buone probabilità di averlo imparato a memoria. A parte gli scherzi, dovrò fare delle fotocopie per rimediare alla consunzione dovuta all'uso.

Tue mani

Vittorio



  

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vitoliuzzi
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Re: problemi di respirazione
Reply #15 - 31.01.2009 at 08:36:10
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OT

Ma Maestro,
io non lo possiedo codesto libro sugli armonici. Ecco perchè quando a Firenze mi chiedesti a che numero corrispondeva un armonico non te lo seppi dire. Il problema è che questi num-eri non li conosco neanche oggidì. Grave lacuna. Adesso vedo dove poterli trovare. Male che vada andranno a finire sul sitarello, che non è un sitar piccolino!!

.... guarda invece cosa ho beccato:

"Nell’anno 2001 l’importante rivista “The Wire” ha recensito il CD “Fluvine” con sue composizioni, Edizioni “Ampersand”, come primo nella lista dei 20 CD di musica classica contemporanea più venduti negli Stati Uniti d’America ed Inghilterra" ... e continui a rimanere in Italia ?

  

vito liuzzi
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Re: problemi di respirazione
Reply #16 - 31.01.2009 at 20:43:40
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Vito,

non si tratta di un libro ma di una serie di post (26 per l'esattezza)
del Maestro Fernando Grillo, postati dal 14 giugno 2008 in poi. Ritenendoli, non interessanti ma interessantissimi ed avendo paura che venissero cancellati; con la maretta che c'era sul forum in quel periodo c'era da aspettarsi di tutto ed infatti così fu, di volta in volta ho provveduto a stamparmeli.
 
Il mio cruccio è che non so, se l'intero studio si completa nei 26 post, oppure ne sia stata  interrotta la pubblicazione da parte del Maestro.

Senza dubbio il Maestro leggendo questo post mi saprà confortare.

vic
« Last Edit: 31.01.2009 at 22:20:13 by VIC »  

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Re: problemi di respirazione
Reply #17 - 01.02.2009 at 00:15:57
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Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry Cry
Sinceramente dispiaciuto
Giann
  
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Fernando Grillo
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Re: problemi di respirazione
Reply #18 - 01.02.2009 at 00:49:17
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Vittorio,

Scrutatore del numero! (33) … e scopri l’essenza del viatico …

Di seguito un piccolo codicillo:

Le vocali accorpate (dittonghi) sono più ricche di suoni armonici:
ae ai  ao au
ea ei  eo eu
ia  ie  io  iu
oa oe oi  ou 
ua ue ui  uo

Mentre la congiunzione di vocali e consonanti mi rammenta, tra l’altro, l’innocente tentativo di rappresentare una 
«« quadratura del cerchio »» nel ««sator arepo tenet opera rotas»» 
s   a   t   o   r
a   r   e  p   o
t    e   n  e   t
o   p   e   r  a
r   o   t   a   s

s   a   t   o   r
a                o
t                 t
o                a
r   o   t   a   s

Che, tradotto in italiano (si fa per dire), suona così (o, almeno, per me):
Il seminatore Arepo conduce il lavoro nel campo. Traduzione che albeggia grandissima attualità!.  

Come non ricordare, infine, il prodigioso canto di vocali: « Voyelles » di Arthur Rimbaud che, molto indegnamente, riporto di seguito non sottolineando volutamente la « coloritura », ma lasciandola all’immaginazione del lettore.

A noir, E blanc, I rouge, U vert, O bleu: voyelles,

Je dirai quelque jour vos naissances latentes:

A, noir corset velu des mouches éclatantes

Qui bombinent autour des puanteurs cruelles,

Golfes d'ombre; E, candeurs des vapeurs et des tentes,
Lances des glaciers fiers, rois blancs, frissons d'ombelles;
I, pourpres, sang craché, rire des lèvres belles
Dans la colère ou les ivresses pénitentes;

U, cycles, vibrement divins des mers virides,
Paix des pâtis semés d'animaux, paix des rides
Que l'alchimie imprime aux grands fronts studieux;

O, suprême Clairon plein des strideurs étranges,
Silences traversés des Mondes et des Anges:
- O l'Oméga, rayon violet de Ses Yeux !

D’altro canto Jorge Luis Borges prefigurava una civiltà sonora (a dir poco catastrofica) dove l’idioma si fondava esclusivamente nell’uso delle sole consonanti.

Mentre … Lo Studio degli Armonici … me n’ero quasi dimenticato … ahà ⋮ ehè ⋱ ihì ⋰ ohò ⋯ uhù!

Fernando
« Last Edit: 01.02.2009 at 08:52:16 by Fernando Grillo »  
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Fernando Grillo
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Re: problemi di respirazione
Reply #19 - 01.02.2009 at 00:52:40
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Vitodom ha scritto:
... e continui a rimanere in Italia ?

Certamente! Negli states la carestia è ancor più a lungo grave.
E poi, finché il buon Bill lo vorrà potrò essere in ogni dove. 
(Thanks Ferny!. Gates) Plego, Bill. 
Cicero pro dom-o sua

E ora siamo in ops.

Per quanto riguarda quel di Firenze, località a me invisa, vorrei conservare il segreto professionale. 
Pur tuttavia, come ebbi a dirti, trattasi del V° armonico: fa# 4 (non ti dico la corda questa volta) che tanto dolorosamente t’intrigò, nel recente passato. 
Baron von Krafft-Ebing e un pizzico di De Sade, nella visione del rapporto incubo-succube.

Vittorio ha ragione (non da vendere): “Lo Studio degli armonici” è apparso in questo Forum ed è stato estirpato - disfemismo di “cancellato” - l’anno scorso e sicuramente al 99,9% da Vito dom Liuzzi.

Un saluto, Maestro Vito.

Fernando
  
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