Hot Topic (More than 10 Replies) walking bass (Read 17462 times)
ZUgo
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walking bass
22.06.2011 at 22:34:17
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Ciao a tutti amici contrabbassisti.Ho 28 anni e suono il basso elettrico da circa 7 anni.In questo tempo ho fatto grandi progressi dal punto di vista tecnico ed ho deciso di avvicinarmi alla musica jazz.IL punto e che non riesco a trovare uno "schema mentale" buono per il walking bass.Non so perchè ma nonostante provi e riprovi questa tecnica mi mette davvero in difficoltà.Ho anche comprato un metodo,chiamato appunto walking bass ma è inutile,più ci sbatto la testa e più non ne vengo fuori.Non riesco a pensare agli accordi in maniera fluida,e se provo qualche rivolto o qualche passaggio diverso da quelli che ho già provato a fare 1000 volte nella mia mente c'è come un blocco,mi devo per forza fermare e pensare alla nota successiva.Avete qualche consiglio?Vorrei inoltre chiedervi secondo voi quali sono i brani più semplici dove poter cominciare con questa tecnica,ultimamente mi sto esercitando con autumn leaves.IL problema e che gli esercizi del metodo a volte sono molto "antimusicali" e dopo un po' mi stancano...
  
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neroantico
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Re: walking bass
Reply #1 - 23.06.2011 at 07:44:18
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Ciao

Ora suono il contrabbasso, ma la pratica del walking l' ho iniziata sul basso elettrico.
Per l'approcio, ci sono dei metodi molto buoni. Io ho usato una pubblicazione di Gary Willis, se ricordo bene si chiama fingerboard harmony. lo studio prevede la costruzione su sequenze di accordi secondo vari concept, inoltre è molto ultile per la natura del basso elettrico , avere uno schema grafico su dove cadono le note consonanti e di tensione. La seconda parte del metodo non la ho praticata, è un po' troppo americana per i miei gusti...

Ciao
Giovanni
  
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VIC
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Re: walking bass
Reply #2 - 23.06.2011 at 16:19:36
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Sviluppare questo tema in termini comprensibili è un pò come camminare  (walking) su un campo minato. Primo, perché sarebbero necessarie premesse che suonano apertamente come frasi fatte e scontate poco gradite ai più o, quantomeno contestabili. Secondo, perché solo accettando le prime come fede dogmatica si riuscirebbe a capire, in parte, il senso di tutto il resto.
Considerando che il forum serve alla libera circolazione del pensiero, rendo utile il post scrivendo ciò che penso e amen. Ovviamente il discorso è generalizzato, salvo che non sia diversamente specificato.

Molti giovani si avvicinano al basso ritenendolo uno strumento facile da suonare (errore madornale) “ecchèccivuole a fare tum-tum-tum…un niente...basta imparare a memoria un pattern per ogni accordo e il gioco è fatto”; in seguito con l’esercizio sviluppo l’agilità e la velocità, aggiungo altri pattern (sempre a memoria) e mi sento bassista. Mi trovo un gruppo che sia alla mia altezza e continuo sulla via del tum-tum-tum. Qui sta il secondo errore che consiste nel non sapere che quei tum-tum-tum sono note e come tali devono essere correlate al contesto musicale di quel determinato brano. Si chiama correlazione armonica. Diversamente è rumore.

Altri partono meglio, nel senso che imparano a leggere la musica e suonano ciò che è scritto (studente classico al V anno) salvo poi non essere in grado di suonare in mancanza di uno spartito con su scritta la linea armonica del basso.. Questo perché non sa come si trattano le sigle, ammesso che sappia cosa sono.

In tutta la musica commerciale stampata quando vi sia una linea di basso questa è riferita ai bassi del pianoforte. Il bassista deve essere capace di scriversi e suonare la sua linea di basso il che si traduce in “analisi e armonizzazione di  un brano” (più avanti vedremo come deve farlo un jazzista). Per poterlo fare si devono avere conoscenze ottenute con studi di armonia.
Da questo assunto si ricava che ciò che all’inizio sembrava facile è invece estremamente difficile, e si ricava anche che il bassista oltre agli studi normali deve fare studi di armonia fondamentale e complementare. Non a caso il percorso degli studi per il basso sono uguali a quelli del pianoforte.

Oggi va di moda “è trend” l’affermare io suono jazz. Suonare uno standard jazz possono farlo tutti ma suonarlo “a jazz” non è da tutti. Il jazz è come l’Araba Fenice tutti ne hanno sentito parlare ma solo pochi sanno cosa sia, quei pochi sono gli eletti, gli altri millantano (e purtroppo sono i più).
Si possono avere vaste conoscenze jazz pur non suonandolo. Il jazz è come una fede interiore lo si deve avere dentro. Ogni nostro pensiero musicale deve automaticamente essere jazzistico, se così non è non si è ancora maturi. Non a caso per chi studia lingue il parametro di apprendimento è segnalato dal pensiero e si esprime in “avrai imparato ad esprimerti quando saprai pensare in quella lingua”.

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Re: walking bass
Reply #3 - 23.06.2011 at 16:23:44
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Un breve (poco) decalogo per chiunque studi musica strumentale, indispensabile per chi studia jazz.

SIETE IN GRADO DI SUONARE QUANTO SEGUE IN TUTTE LE TONALITA’ ?

1.      La fondamentale di ogni scala/accordo.
2.      La terza di ogni scala/accordo.
3.      La quinta di ogni scala/accordo.
4.      La settima di ogni scala/accordo.
5.      Prime cinque note della scala.
6.      Scala ascendente alla nona.
7.      Scala alla nona ascendente e discendente.
8.      Triade (1^ - 3^ - 5^) della scala
9.      Accordo di settima ascendente.
10.      Accordo di settima ascendente e discendente.
11.      Accordo di nona ascendente.
12.      Accordo di nona ascendente e discendente.
13.      Scala per terze ( 1 3 2 4 / 3 5 4 6 etc.).
14.      Triadi diatoniche (1 3 5 / 2 4 6 / 3 5 7 / 4 6 8  etc.)
15.      Scala ascendente alla nona e accordo discendente.
16.      Accordo di nona ascendente e scala discendente.
17.      Semplice schema ritmico (idea melodica o pattern).
18.      Improvvisare su quattro misure senza interrompere la frase.
19.      Improvvisare su sei misure senza interrompere la frase.
20.      Improvvisare su otto misure senza interrompere la frase.
21.      Improvvisare su un tema senza sbagliare una nota.
22.      Improvvisare ad orecchio…senza guardare gli accordi.
23.      Suonare quello che sentite, sicuri che ogni nota sia stata prima concepita nella vostra mente.



CAPACITA’ STRUMENTALE E MUSICALE
 

1.      Produzione del suono: controllo dell’emissione e imboccatura (note lunghe per i fiati).
2.      Tecnica manuale e agilità digitale.
3.      Capacità di riprodurre con la voce ciò che si ascolta.
4.      Leggere, scrivere ed ascoltare in modo consapevole.
5.      Conoscenza del pianoforte: diteggiatura ed elementi di armonia fondamentale.
6.      Ear-Training (esercizi per l’orecchio).
7.      Lettura a prima vista.

IMPROVVISAZIONE: COGNIZIONI INDISTENSABILI
 
1.      Scale, arpeggi, accordi.
2.      Principali idee melodiche.
3.      Progressioni armoniche.
4.      Elementi che producono tensione/distensione
5.      Capacità di comporre.
6.      Capacità di analizzare il fraseggio.
•      Evoluzione attraverso la duplicazione degli assoli.
•      Cura nella riproduzione delle note, ritmo, dei fattori espressivi (articolazione, modo di stare sul tempo etc.).

SIATE PAZIENTI CON VOI STESSI

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Re: walking bass
Reply #4 - 23.06.2011 at 16:27:52
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Per ZUgo 
Quoto il consiglio di neroantico e aggiungo che tanti sono i metodi ma uno completo che dica tutto non l’ho mai visto. Questo deriva dal fatto che mai nessun musicista è morto sapendo tutto. Oltre a ciò si deve tenere in considerazione il gusto musicale del fruitore di questi metodi e le basi musicali già acquisite che gli possono permettere o meno di ben comprendere le lezioni successive.
Ecco allora il motivo per un’ulteriore consiglio: capire bene una cosa per volta, fare un passo indietro negli studi non è una battaglia persa ma una successiva sicura vittoria. 

Per collegare gli accordi: impara a memoria la sequenza armonica (il giro) poi ad ogni cambio di accordo suona solo la fondamentale dell’accordo (quindi una sola nota per accordo) curando molto la sicurezza e fluidità del passaggio. Esercitati a lungo, puoi scegliere qualsiasi brano per evitare la monotonia. Poi, stesso esercizio aggiungendo la quinta dell’accordo, se hai un brano con un accordo per battuta e una sequenza I – VI – II – V in tonalità di DO le note saranno DO-SOL (primo e terzo movimento della battuta con accordo DO) poi LA-MI per la seconda battuta, RE-LA per la terza, e SOL-RE per la quarta e riparti dalla prima battuta suonando in ciclo. Poi aggiungi ad ogni battuta il secondo ed il quarto movimento ribattendo la nota precedente. In questo caso la battuta di DO sarà così composta: DO-DO-SOL-SOL e potrai suonarla in quattro  
E’ un esercizio elementare e me ne scuso ma non conoscendo la tua preparazione non so cosa proporti.
Ricorda che negli esercizi è bene usare il metronomo e aiutarsi battendo il piede, una mia regola che da buoni risultati è: battere il piede in due (primo e terzo movimento) pensare mentalmente in quattro (suddividendo mentalmente la battuta in quattro) suonare in otto (crome: otto per battuta).

Un utile trucchetto per ottenere buoni risultati nei collegamenti degli accordi:
Usa gli accordi del giro (così puoi esercitarsi usando il giro armonico di 4 battute in ciclo, DO/LA/RE/SOL) che il LA e il RE nel giro siano accordi minori non ti interessa in quanto usi solo le fondamentali. Tutto questo come preparazione all’uso del trucchetto che consiste nel contare i quarti in modo diverso cioè accentando a voce alta solo il primo quarto di ogni battuta tralasciando qualsiasi altro accento debole o forte che sia. Ogni volta che pronuncerai “UNO” quello è il cambio dell’accordo (ovviamente suonerai la nota del nuovo accordo). Uno-due-tre-quattro / UNO-due-tre-quattro / UNO-due-tre-quattro / UNO-due-tre-quattro. In musica le pause sono le più belle non trascurarle anche loro hanno un valore. Tienine conto.

Ciao e buono studio se qualcosa non è sufficientemente chiaro posso fare aggiunte
  

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Re: walking bass
Reply #5 - 24.06.2011 at 09:02:48
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WOW  Vic , che bel post, potrei usarlo come schema di studio.

se posso aggiungere qualche cosa:

L'ausilio tecnologico finalmente ha una sua utilità.

Zugo, uno degli esercizi migliori che puoi fare è la trascrizione. ci sono software che permettono di rallentare le esecuzioni senza alterare le altezze delle note.
Potresti iniziare con un blues o con un antole/rithm changes. Le progressioni armoniche sono utilissime. una volta capito cosa si suona prova ad imitarne il come.
lo studio paziente porta SEMPRE soddisfazione.
i tuoi compagni apprezzeranno molto di più un bel 4 con tiro che una imitazione di un Victor Wooten
  
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ZUgo
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Re: walking bass
Reply #6 - 24.06.2011 at 13:55:04
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Grazie molto utili le vostre risposte!Molto esauriente Vic anche se un po' bacchettone!IL mio obiettivo è trovare persone che hanno seguito un percorso musicale simile al mio(ho sempre suonato rock,hard rock e affini)e provare a fare qualcosa di diverso in sala prove basato sull'improvvisazione, senza complicarci troppo la vita,giusto per divertimento.In quanto al "decalogo" molti dei punti espressi li centro in pieno,sono sempre andato a lezione in questi anni anche se con poca continuità a causa di tempo/soldi.
  
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Re: walking bass
Reply #7 - 05.07.2011 at 08:22:36
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Ciao, vi incollo la traduzione (fatta da me) di un documento in inglese inviatomi dal mio Maestro, .... forse non è fedele al 100%, se trovo anche il testo originale, ve lo incollo in un altro post.
Rimangono FONDAMENTALI, comunque, i consigli di VIC.

                                           Lo sviluppo di una linea di basso

Con l'eccezione di pianisti jazz solisti e il duo jazz occasionale (ad esempio, due chitarre, chitarra e un corno, ecc), la maggior parte dei gruppi jazz hanno un bassista. I bassisti Jazz creano di solito le loro linee di basso proprio dalle informazioni fornite dai simboli dell’ accordo, tuttavia, è importante per qualsiasi musicista jazz che vuole una comprensione completa di armonia jazz per essere in grado di scrivere le linee di basso appropriate.
Idealmente, una linea di basso jazz sarà una melodia vera, forse più semplice del tema, ma una melodia comunque. Come con la melodia in generale, scrivere una buona linea di basso è un'arte, ma si può fare una buona partenza verso lo sviluppo di una linea di basso di successo, seguendo alcune semplici linee guida. Ipotizzando una semiminima ritmo armonico, utilizzare la seguente procedura:

1. Luogo delle fondamentali degli accordi indicati tempi 1 e 3 per creare lo scheletro della linea di basso. Per quanto possibile, selezionare la nota fondamentale in modo che l'intervallo tra le due sia ridotto al minimo (ad esempio, scegliere un quarta ascendente piuttosto di una quinta discendente, una terza discendente piuttosto di una sesta ascendente, ecc.)

2. Compila le battute 2 e 4 secondo l'intervallo tra le note sulle battute 1 e 3:

Le situazioni intervallari diverse, e le relative soluzioni, sono le seguenti:

A. Se le fondamentali sono separate da una terza, mettere un tono diatonico di passaggio tra di loro. In misura 1 dobbiamo inserire E tra F e D, e dalla misura 2 alla misura 3, inseriamo Bo tra C e A.

B. Se le fondamentali sono separate da una quarta o una quinta, compila l'intervallo con un tono tratto dal primo accordo. In misura 1 dobbiamo inserire F tra D e G, e in misura di 2 dobbiamo inserire D tra G e C.

C. Se le fondamentali sono separate da una terza maggiore o una seconda minore, ripetere la nota di basso, come mostrato nelle misure 3 e 4. Come si può vedere nella misura 4, un salto di ottava può essere utilizzato al posto di una ripetizione. In questo caso è a volte usato riposizionare una linea di basso che si sta avvicinando o il basso o l'estremo superiore del range dello strumento.

D. Se un accordo si svolge per l'intera durata di una misura, la linea di basso può essere compilata con una scala dalla fondamentale dell’ accordo fino alla quinta. Questo viene fatto su la corda FI nella misura 5.

3. Infine, cercare nuove opportunità risolvere la linea di basso con l'uso sapiente delle terze, quinte e settime di un accordo, o non-accordo. Qui, per esempio, la scala in misura 1 è proseguita verso il basso C (il 7 ° dell’ accordo D-) al Bo sulla prima battuta della misura 2. Questo movimento pone la fondamentale della corda G- sul secondo tempo della misura 2, che è perfettamente accettabile:

Questo metodo è improbabile per una linea di basso con il groove e lo stile di un Ray Brown o di un Charles Mingus, ma un bassista competente sarà in grado di effettuare la propria linea swing, che possa supportare adeguatamente l'armonia di un pezzo.

  
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Re: walking bass
Reply #8 - 05.07.2011 at 08:33:23
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Ecco L'originale:

     
IV. Developing a Bass Line
With the exception of solo jazz pianists and the occasional jazz duo (e.g., two guitars, guitar and a horn, etc.), most jazz groups have a bass player. Jazz bass players usually create their own bass lines from the information provided by chord symbols; however, it is important for any jazz musician who wants a complete understanding of jazz harmony to be able to write appropriate bass lines.
Ideally, a jazz bass line will be a true melody, perhaps simpler than the lead part, but a melody nonetheless. As with melody in general, writing a good bass line is an art; however, one can make a good start toward the development of a successful bass line by following a few simple guidelines. Assuming a half-note harmonic rhythm, use the following procedure:
1. Place the roots of the indicated chords on beats 1 and 3 to create the skeleton of the bass line. As far as possible, select the root notes so that the interval between them is minimized (e.g., choose a fourth up rather than a fifth down, a third down rather than a sixth up, etc.).

2. Fill in beats 2 and 4 according to the interval between the notes on beats 1 and 3:

The different intervallic situations, and their solutions, are as follows:
a. If the roots are separated by a third, put a diatonic passing tone between them. In measure 1 we insert E between F and D, and from measure 2 to measure 3, we insert BÓ between C and A.
b. If the roots are separated by a fourth or fifth, fill out the interval with a tone drawn from the first chord. In measure 1 we insert F between D and the G in the following measure, and in measure 2 we insert D between G and C.
c. If the roots are separated by a major or minor second, repeat the bass note as shown in measures 3 and 4. As can be seen in measure 4, an octave leap can be used instead of a repetition. This move is sometimes used reposition a bass line that is approaching either the lower or the upper extreme of the range of the instrument.
d. If a chord is held for the entire duration of a measure, the bass line can be filled out with a scalewise line from the root of the chord down to the fifth. This is done under the FÎ chord in measure 5.

3. Finally, look for opportunities to smooth out the bass line through judicious use of the third, fifth, or seventh of a chord, or non-chord tones. Here, for example, the scalewise line in measure 1 is continued downward through C (the 7th of the DmÏ chord) to the BÓ on the first beat of measure 2. This movement puts the root of the GmÏ chord on the second beat of measure 2, which is perfectly acceptable:

This method is unlikely to produce a bass line with the fire and drive of one by a Ray Brown or a Charles Mingus, but a competent bass player will be able to make the line swing and it will adequately support the harmony of a piece.
  
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Reply #9 - 08.07.2011 at 17:06:51
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randoservice
Ciao Giann,
leggendo il post in inglese ci ho capito poco, dalla relativa traduzione in italiano sempre poco. Bhò...
Forse vedendo gli schemi musicali che cita e dovrebbero essere presenti si potrebbe capirne di più.
Fondamentalmente dovrebbe spiegare l'approccio al giro ma lo fa in maniera a me incomprensibile anche perchè confonde il giro di DO con quello di FA visto che menziona note facenti parte delle due tonalità.
Allora mi chiedo è un giro in DO o un giro in FA. Molto probabilmente è una questione di comprensione linguistica...forse.

Tu hai provato a mettere in pratica quanto scrive???...con quale risultato?

vic
  

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Re: walking bass
Reply #10 - 14.07.2011 at 08:26:23
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Ci eravamo riproposti col Maestro di parlarne insieme in classe, poi o per un motivo o per un altro, non sono riuscito ad approfondire.
Si la traduzione è terribile, però come dici tu anche il testo originale non è che sia così chiaro.
Non credo che confonda le scale, credo che voglia far capire che note usare per passare da do a fa.
Ciao
Giann

P.S. ne ho sempre sentito parlare con toni epici e leggendari .... invece è tutto vero ...... "il più grande spettacolo dopo il big bang" e non parlo di Lorenzo Cherubini!!!

http://www.e-theatre.it/play.php?vid=1497
  
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Re: walking bass
Reply #11 - 16.07.2011 at 09:44:18
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Zugo, ti consiglio "Building Walking Bass Lines" di Ed Friedland (verifica il titolo ma sono abbastanza sicuro). È pensato per i bassisti, è molto graduale, se lo fai "come dice lui" arrivi a buoni risultati, Ed è un favoloso didatta oltre che un ottimo musicista, e ha un occhio di riguardo per i bassisti e per chi inizia un nuovo studio. 

Poi però è vero quello che è stato scritto fin qui: serve "attitudine", approciare il genere in maniera corretta. Vale per tutte le musiche. Oltre allo studio ti consiglio anche tanto e tanto ascolto
  
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