Normal Topic Contrabbasso e filologia in musica antica (Read 5855 times)
neroantico
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Contrabbasso e filologia in musica antica
27.08.2014 at 12:02:18
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Caro Vito e cari tutti,

poniamo il caso che si debba affrontare una sonata di Telemann originaria per viola da gamba e continuo.

Probabilmente nel basso continuo risiedeva il nonno Violone; il tipo di arco utilizzato prevedeva il palmo supino e la possibilità delle dita della mano destra di intervenire direttamente sul nastro del crine.
Quanto questo ci riguarda nell'esecuzione del continuo o della parte al canto?
Esiste un modo analogo per il contrabbasso moderno di riprodurre la medesima estetica del continuo ?
bisogna rifarsi alla scuola del violoncello o aderire più al violone?
Se volessimo svolgere noi la parte del canto della viola da gamba cosa dovremmo assolutamente evitare?

Bene, il solito casino mentale....
Ma quanto mi piace Telemann !!!

Giovanni
  
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vitoliuzzi
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Re: Contrabbasso e filologia in musica antica
Reply #1 - 29.08.2014 at 04:41:38
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Giovanni, una parte delle risposte la potrai avere guardando sul sito del Maestro Pino Ettorre. Ci dovrebbe ancora essere un video (e credo anche la partitura) di una Sonata di Telemann da lui eseguita sul proprio contrabbasso con arco barocco (legno di serpente) ed impugnatura sempre in stile barocco, non necessariamente col palmo in giù ma anche alla francese diciamo con il pollice spostato più in avanti sulla bacchetta e le altre dita che non avvolgono proprio la stessa ma si pongono leggermente su di essa. Noterai che la qualità del suono è totalmente diversa da quella di un arco in pernambucco impugnato alla Billè; non è che sia migliore, anzi a me non piace proprio perché troppo nasale e chiusa, però era la sonorità che si percepiva un po' di secoli fa, molto frusciata e poco focalizzata. Insomma l' opposto di quello che riesce a produrre un certo Karr. Ma dal punto di vista filologico è corretta! Certo se sul contrabbasso ci fossero anche i tasti a mò di violone e non si usasse il vibrato, l' effetto sarebbe ancora più sorprendente. Ormai le interpretazioni filologiche si possono realmente ascoltare solo su Cd e realizzati da Orchestre che suonano con strumenti e tecniche dell' epoca. C'è proprio uno studio attento e ben mirato che si rifà all' analisi di quanto scritto direttamente dai compositori o addirittura da imperatori come Federico II di Prussia o "giornalisti" dell' epoca, definiamoli così. Sono l' unica fonte da cui si possono trarre notizie certe, oltre che alle foto dell' epoca, iconografie e pitture di varia natura, che in parte fanno comprendere come si doveva eseguire una certa musica. Insomma, il Mozart di oggi eseguito con corde in metallo non ha nulla a che vedere con quello di secoli fa, giusto per intenderci. Oggi, nel 90% dei casi le sonorità delle Orchestre o dei solisti di ogni genere sono totalmente diverse da come dovrebbero essere. Si suona molto più velocemente di tutto (colpa anche dei contrabbassi che sono diventati più percussivi) e la potenza sonora è notevolmente aumentata visto che l' uomo del XXI secolo ha perso un 20% della capacità uditiva che possedeva nel XVI secolo, ma anche prima, causa l' eccessivo "rumore" a cui siamo sottoposti giornalmente nelle nostre città in linea generale (il fenomeno è molto ampio!). Come si deve comportare una fila di contrabbassi? Mah ... innanzitutto una fila è eccessiva per Telemann, ne basterebbero solo due. Sarebbe consigliabile suonare con pochissima colofonia e più verso la metà dell' arco. Il tallone dovrebbe quasi non esistere! Mai puntare i suoni, l' accompagnamento deve essere molto dolce e mai eccessivamente staccato, un detachè puntato alla corda, minimizzare il vibrato se non con piccole vibrazioni larghe sui cambi di armonia e soprattutto avere grande pazienza nel suonare piano senza mai volersi ergere a protagonisti della scena. Non potendo modulare con le dita la tensione dei crini, è consigliabile non tirarli troppo in modo tale che anche un' eccessiva pressione sulla bacchetta venga neutralizzata ed il suono rimanga così omogeneo. Suonare "a terrazze": cioè privilegiare il piano come pianissimo ed il forte come fortissimo, ovviamente cercando nell' eleganza dell' esecuzione il dato fondamentale di questa affannosa ricerca di filologia su strumenti che, per questo tipo di musica, filologici non lo sono affatto. Anche con questi brevi ed umili suggerimenti l' effetto dei bassi sarà sempre troppo marcato e puntato. Solo un direttore con grandi conoscenze dell' epoca storica che si va a suonare, sarà in grado di fornire alle singole sezioni preziosi consigli su cosa fare per ottenere una determinata sonorità musicalmente e storicamente accettabile.

Saluti

Vito
  

vito liuzzi
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neroantico
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Re: Contrabbasso e filologia in musica antica
Reply #2 - 29.08.2014 at 06:43:32
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Grazie Vito,
come al solito preziosissimo.

Certamente Telemann con formazione cameristica.
Nel cassetto dei desideri ho la sonata in La minore per viola da gamba.
ti farò sapere...
  
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vitoliuzzi
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Re: Contrabbasso e filologia in musica antica
Reply #3 - 30.08.2014 at 04:39:49
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neroantico wrote on 29.08.2014 at 06:43:32:
Grazie Vito,
come al solito preziosissimo.

Certamente Telemann con formazione cameristica.
Nel cassetto dei desideri ho la sonata in La minore per viola da gamba.
ti farò sapere...


Se non erro, Giovanni, dal sito di Pino Ettorre puoi scaricarti liberamente la Sonata di Telemann credo proprio per viola da gamba nella rivisitazione del Maestro. Ma c'è anche tanta altra roba da vedere e scaricare. Veramente il sito del maestro Ettorre è uno dei pochi che fornisce grandi soddisfazioni nel navigarlo. la difficoltà è medio-avanzata. Ma forse già la conosci!! Per i manoscritti interessanti, invece, o dal mio sito ma meglio da quello del maestro PAOLO BENELLI che ha inciso come sai un bellissimo cd su alcuni SOLO di Dragonetti in prima mondiale e ha realizzato per Carich un eccellente libro sempre sui Solo del Drago.

A presto.

Vito

p.s.: alcune domande che fai all' inizio non mi sono ben chiare ... ma hai proprio una mente molto "arzigogolata"!!! Bravo!
  

vito liuzzi
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