Normal Topic Volume, tensione e calibro (Read 7785 times)
neroantico
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Volume, tensione e calibro
16.01.2015 at 09:27:42
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Buongiorno a tutti.

come al solito, periodicamente mi si azzera la capacità risolutiva causa un sovraccarico di  variabili.

Ovvero:

Purtroppo mi tocca di suonare la fantasia corale di Beethoven, nella parte finale ovvero il "presto" la partitura prevedete delle stringhe di ottavi ribattuti inframmezzati da quarti e terzine di quarti.
La velocità è "mac 5", una serie di raffiche di bora. La direzione vuole un apocalisse.
Per cercare definizione e volume posiziono l'attacco dell'arco verso il ponticello con il crine tra il tallone ed il punto di equilibrio.

attualmente monto una muta Evah Pirazzi regular.  le corde sono abbastanza rigide e cicciotte e con un timbro scuro.

la difficoltà da superare è la seguente: temo di perdere il controllo dell'arco poichè scarico o forse "schiaccio" troppo sull'arco irrigidendo di conseguenza la presa. per questi passaggi la presa deve cambiare, più avvolta o con il pollice davanti al nasetto?

Una muta diversa aiuterebbe? esempio le flexocore hanno un diametro inferiore. una muta "forte" aiuterebbe la risposta dinamica o mi affaticherebbe di più?

Inoltre le Evah non mi soddisfano a capotasto.

Grazie

Giovanni
  
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vitoliuzzi
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Re: Volume, tensione e calibro
Reply #1 - 24.02.2015 at 02:39:54
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Gio,

cambia solo posizione della presa dell' arco. Pollice ben saldo nella curva del nasetto e TUTTE le dita ben avvolte sulla bacchetta. Anche il mignolo dovrebbe avvolgere parte della vite. Se riesci a scaricare il peso di tutta la spalla, braccio ed avambraccio sulla bacchetta e questa è ben salda ma sempre mobile col polso, forse l' effetto si avvicina a quello richiesto. Cambiare muta serve solo a spendere soldi. Il suono te lo crei tu!!!


VitC
  

vito liuzzi
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neroantico
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Re: Volume, tensione e calibro
Reply #2 - 24.02.2015 at 06:58:32
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Grazie Vito,

Ben accolgo il tuo consiglio.
  
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vitoliuzzi
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Re: Volume, tensione e calibro
Reply #3 - 11.03.2015 at 16:04:59
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Forse vado in OFF TOPIC, caro Giovanni

ma ritengo che tu mi abbia dato la palla al balzo per parlare anche del tipo di corda e del proprio suono, un argomento che credo possa interessare qualche lettore e che non ho mai trattato neanche nel mio Blog (http://liuzzivito.blogspot.it) con quasi 900 articoli tutti sul contrabbasso classico.

Cioè, spesso all' inizio della mia carriera, proprio in  questo forum, passavo un po' per una sorta di esperto in corde per contrabbasso, semplicemente perché non le acquistavo ma le aziende me le mandavano in prova e poi dovevo relazionare sul mio personale test. 7
Ho sempre specificato che tutte le corde in commercio possono essere buone per il nostro strumento e che il prezzo non è assolutamente per valutarne la bontà o meno. Assolutamente no!! Così negli anni si è radicata in me l' idea che determinate corde, le più comuni e vendute, hanno si delle caratteristiche che le condiziona positivamente o negativamente, ma alla fine è sempre il nostro strumento ed il relativo set up fatto che ne determinano il valore. Per esempio, mi ricordo che la corda dalla potenza più consolidata è stata la Dominant della Thomastik, addirittura indicata per il Rock a' Billy. Assurdo! Una corda che risponde perfettamente all' arco e dalla potenza esplosiva in Perlon, insomma un tubicino particolare avvolto da lamelle metalliche. Purtroppo il gauge un po' eccessivo specie sulla prima corda ed il fatto che si spezzano con una certa frequenza, me le hanno fatto mettere da parte. Insomma quello che voglio dire è che se Petracchi per una vita ha utilizzato le Jargar Dolce, che io non consiglierei neanche all' ultimo dei miei allievi, qualche motivo ci sarà. Dicevo, Petracchi per una vita ha utilizzato le economiche Jargar non per il prezzo modico ma perché sul suo Rossi il timbro che possedevano e la risposta che offrivano era assolutamente meraviglioso, unico come non mai. Quindi, mi sento di dire, che è sempre meglio ascoltare l' opinione del proprio insegnante che di esperienza ne ha più di voi, oppure eventualmente sentire quello che ne pensano altri studiosi del contrabbasso. Ma ricordatevi che una corda, od un mix set di corde, non possono cambiare il timbro del vostro strumento se non abbinate un archetto decente e non fate degli studi seri sulla conduzione dell' arco. Badando più a questi ultimi che allo studietto che dovete preparare per il giorno dopo vi assicurerete il "VOSTRO SOUND", cioè il tipo di suono che caratterizzerà il vostro "way of playing". Ad esempio, Gary Karr non è che badi molto al tipo di corda che utilizza, non me l' ha mai voluto dire perché sapeva che io poi avrei fatto una sorta di "pubblicità occulta". Ma quello che interessa notare è che il suo TIMBRO, la sua VOCE è identificabile fra mille contrabbassisti. Possiedo tantissime mail scambiate col MAESTRO dei MAESTRI dove egli cerca di spiegarmi la tecnica per arrivare ad ottenere il c.d. "suono focalizzato". A molti può anche non piacere, ma vi assicuro che se entrate in questa mentalità tranquillamente il vostro contrabbasso anche di una buona fabbrica antica potrà sovrastare le sonorità di molti pianisti accompagnatori che spesso ritengono che siano loro i solisti, mentre in realtà io la penso sempre più come un "duo". E' più equo per entrambi.

Ok!! Forse vi ho annoiati. Ma vi prometto che appena ho il tempo e la voglia (sono giorni un po' difficili al mio Paisiello) cercherò o qui (mio amato forum) o sul Blog di rendervi edotti su cosa sia la tecnica di Karr per ottenere almeno un timbro ricco di armoniche.

Saluto il moderatore Giovanni, ragazzo attento e colto, nella speranza che questo Forum si rigalvanizzi.

Ciao

Vito

p.s.: Giovanni, sai cosa pensano? Che il Forum è diventato lento solo per un fatto. In pratica da quando l' ho fondato io con l' aiuto di Musicherie.com e l'ho poi moderato, abbiamo veramente parlato di tutto e di più. Sarebbe interessante aprire una sezione per i contrabbassisti jazz ed una per i bassisti elettrici. Che ne pensi? Cmq. a me piace cosi'  Wink
  

vito liuzzi
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neroantico
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Re: Volume, tensione e calibro
Reply #4 - 13.03.2015 at 13:31:18
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Caro Maestro,

Anche a me il forum piace così, senza distinguo tra jazz e altro.
Il basso elettrico, fantastico strumento, ha altre questioni che potrebbero trovare risposta altrove. Certamente porterebbe un po più di visibilità, ma aggiunta al  caleidoscopio di variabili di tutta la catena di amplificazione. insomma un incubo.

Tornando al discorso corde, sono molto interessato alla tua esperienza.
Sebbene io sia un servo della gleba orchestrale dove raramente si arriva al capotasto, vorrei capire meglio la fisica nell'area cantabile.
alcune corde sono più sensibili al posizionamento dell'arco e credo che le variabili importanti qui siano il diametro e la flessibilità. come vedi non parlo di brand, pirastro o thomastick...
con l'accorciarsi della corda vibrante, la frequenza aumenta ed avere un buon aggraffaggio sulla corda spessa è problematico. Idem per l'articolazione. l'alta tensione necessita di un maggiore impulso da parte dell'arco, ma credo anche una conduzione più esperta nell'area prossima al ponte.

quindi delle corde sottili e poco tese sono più indicate al canto e meno alla mitraglia orchestrale?

Vito, sentiti libero di distruggere queste ipotesi. Insomma dì la tua.
il Maestro Karr saprebbe fare cantare anche i lacci delle scarpe !

Giovanni
  
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vitoliuzzi
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Re: Volume, tensione e calibro
Reply #5 - 14.03.2015 at 07:03:04
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Appena ho tempo ti rispondo più approfonditamente.

Gary è semplicemente una persona che passerà alla Storia ... anzi già lo è nella storia del nostro strumento.

Vito
  

vito liuzzi
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